La violazione americane di Prism alla riservatezza delle nostre comunicazioni supera il livello politico, per diventare una minaccia umanitaria ad un bene essenziale: il pensiero. Se l’ascolto abusivo si estende, si restringe la nostra intimità intellettuale. Prima ci sentivamo al sicuro tra le mura domestiche, oggi il limite di inviolabilità dei nostri pensieri è diventato la scatola cranica che li genera. E ancora per poco, perché già si stanno sperimentando sistemi in grado di “leggere il pensiero”.
Arriveremo presto al “nudismo mentale”? Ad una sorta di “permeabilità coatta”?