E’ morto il cardinale più anziano, è morto soprattutto un “prete nomade” come amava definirsi. Una decina di giorni fa Ersilio Tonini aveva compiuto 99 anni e anche in quella occasione, ormai ad un passo dall’incontro con il suo Dio, non aveva rinunciato al suo principale interesse l’uomo e le forme di comunicazione: -Il giornalismo o è profetico o non è niente.-
Era di origini piacentine, nato a Centovera nel 1914, a Piacenza frequenta il seminario e nel 1937 viene ordinato sacerdote, ma la sua vita è legata soprattutto alla chiesa ravennate: quasi 50 gli anni trascorsi nella città romagnola. Nominato arcivescovo a Ravenna e Cervia nel 1975 compie subito un gesto che colpisce i suoi nuovi concittadini: lascia l’appartamento arcivescovile ad una piccola comunità di tossicodipendenti, ritirandosi a vivere nell’istituto Santa Teresa per malati gravi, dove resterà fino alla morte. il suo episcopato è segnato da momenti di grande gioia, come la visita in Romagna di Papa Giovanni II, ma anche tragici. Nel 1987 13 operai muoiono asfissiati nella stiva della nave Elisabetta Montanari ormeggiata nel porto di Ravenna, dipendevano da sei società diverse e uno di loro non era compariva nemmeno nei registri dell’impresa, un invisibile al lavoro. Il 16 luglio nel giorno dei funerali le parole del vescovo Tonini tuonano nella chiesa: -E’ un’umiliazione spaventosa e disumana lavorare in queste condizioni. Un ragazzo di 17-18 anni costretto a passare dieci ore in cunicoli dove – posso dire la parola? Non vorrei scandalizzare?- dove possono vivere e camminare solo i topi. –
Il 1991 segna il pensionamento di Tonini che nel 1994 viene nominato cardinale da papa Giovanni Paolo II. Dieci anni dopo Ravenna gli testimonia il suo grande affetto conferendogli la cittadinanza onoraria.
Una vita da pastore ma anche da protagonista del dibattito nazionale, in prima linea nella difesa degli umili e dei principi della fede. La sua voce si leva più volte per affrontare temi controversi e difficili, come la bioetica. Parla ai giovani e per farlo sceglie i loro luoghi entrando nelle discoteche.
Grande comunicatore: schietto, diretto, spesso in tv come commentatore. A fianco di Enzo Biagi realizza il programma I dieci Comandamenti. Ed è proprio lui a celebrare a Pianaccio nel novembre del 2007 i funerali dell’amico giornalista. Anche in quell’occasione il cardinal Tonini non si sottrae e non rinuncia alla libertà di pensiero: – Enzo Biagi è stato ucciso, è stato un ostracismo, dava fastidio, non era utile ed è stato cacciato. La Rai si è derubata, dirà poi in collegamento con la trasmissione Annozero di Michele Santoro, c’era un tranello, una motivazione che non era degna. Biagi non è stato solo un uomo della tv, ma anche una persona che ha combattuto per la giustizia e la libertà. Non si possono trattare gli uomini come pezzi da giocare. Allora si torna alla Grecia, all’ostracismo. Non è una bella epoca .-
In un intervista realizzata in occasione dei 90 anni così parlava della morte:
-L’espressione sorella-morte è in realtà troppo poetica, la morte è molto dura e anche Nostro Signore Gesù Cristo l’ha vissuta come dramma infinito-.
E’ rimasto lucido fino alla fine, racconta Suor Virginia, sua assistente da 52 anni. Si è reso conto che stava per morire e ha detto che si preparava ad andare incontro al Signore.