ROMA – Una vasta operazione anti-mafia è stata condotta questa mattina dalle prime luci dell’alba a Roma.
La squadra mobile di Roma ha eseguito 51 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse nei confronti di una associazione di stampo mafioso che ha operato sul litorale controllando ogni attività illecita realizzata a Roma. Nel blitz, scattato questa mattina, sono stati impegnati circa 500 tra uomini e donne della polizia di stato. In campo, anche i reparti speciali, le unità cinofile e le pattuglie della polmare, coaudiuvati dall’alto con l’ausilio dell’elicottero.
La lunga indagine condotta dalla squadra mobile di Roma ha consentito, per la prima volta, di fornire elementi alla Procura della capitale per contestare ed individuare l`esistenza di una associazione di stampo mafioso nella capitale. Il blitz è andato a colpire quelli che venivano considerati i “sancta sanctorum” del crimine romano e siciliano. Colpite, in particolare, le famiglie dei Fasciani, dei Triassi, dei D`Agati, che da anni si sono spartiti ed hanno gestito tutto il malaffare soprattutto sul litorale di Ostia.
Nessun affare era escluso dal controllo dell’organizzazione mafiosa smantellata stamani a Roma. L’indagine condotta dalla squadra Mobile, si legge in una nota, ha infatti consentito di ricostruire gli affari realizzati dall’organizzazione andando a colpire non solo i capi ma tutta la filiera degli appartenenti che, a volte, pur agendo in autonomia, dovevano dar conto dei loro affari ai capi della ‘cupola’. I reati contestati vanno dall’usura, al traffico internazionale di droga, alle estorsioni ai danni di commercianti, al controllo di intere piazze di spaccio non solo nella zona lidense ma anche in città, al controllo del mercato delle slot machine, alle infiltrazioni in apparati amministrativi per l’assegnazione di abitazioni popolari, al controllo di intere attività balneari da anni fiore all’occhiello dell’economia della zona balneare della capitale, alla corruzione.
L’operazione antimafia conclusa dalla squadra mobile di Roma non si è limitata ai confini nazionali, ma grazie al coordinamento dell’Interpol contemporaneamente sull’isola di Tenerife è stato individuato uno dei due capi storici della famiglia Triassi, Vincenzo, e sua moglie i quali sono stati portati nelle carceri spagnole in attesadell’estradizione. Il rapporto instaurato dalla polizia italiana con quella spagnola aveva già portato, nel corso dell’indagine, a poter arrestare due latitanti che avevano trovato rifugio nella città di Barcellona.
da dazebao.it