AVELLINO – Sono 39 le vittime dell’incidente stradale sulla A16 che ha visto un pullman turistico sfondare la protezione e finire giù da un viadotto nel territorio di Monteforte Irpino.
Di queste 39 vittime, 3 sono bambini. Il bilancio, in assenza al momento di una cifra ufficiale, è legato al conto delle salme: sono infatti 35 quelle presenti nella palestra della scuola ‘Don Boscò, due sono alla camera mortuaria nell’ospedale di Solofra, e altre due in quelle dell’ospedale di Avellino. C’è ancora un disperso; nove i passeggeri estratti vivi e sopravvissuti dopo il ricovero negli ospedali di Napoli, Avellino e Nola, alcuni con ferite gravi, altri con fratture, tutti politraumatizzati. A questo bilancio, si devono aggiungere i feriti del tamponamento tra 12 macchine sull’Autostrada, la maggior parte dei quali semplicemente medicati. Due però i bambini giudicati gravi e trasportanti all’ospedale Santobono di Napoli.
Nel frattempo un fascicolo d’indagine è stato aperto dalla Procura della Repubblica di Avellino sull’incidente della notte scorsa. Il procuratore Rosario Cantelmo, che ha trascorso gran parte della notte sul luogo dove è precipitato il pullman che da Telese Terme era diretto a Giugliano, attende un rapporto dettagliato dalla Poltrada di Avellino sulla dinamica e sulle possibili cause. Sembra ormai certo che lo sbandamento del pullman sia stato dettato da una manovra in extremis per evitare una colonna di auto bloccata da un altro incidente.
Molti aspetti restano però da chiarire. Anzitutto la velocità del pullman in un tratto in discesa, su un viadotto che presenta una curva molto ampia. Da verificare anche lo stato d’uso del pullman, le condizioni dell’asfalto e le condizioni psico-fisiche dell’autista, morto assieme ad altre 37 persone. Si lavora su due livelli. Il viadotto, dove altre 12 auto sono state urtate dal pullman. E i rilievi proseguono anche 30 metri più giù, nel terreno adiacente alla strada provinciale, dove sono in corso le ricerche della strumentazione di bordo del bus, non ancora recuperata. Ci sono feriti anche tra gli occupanti delle auto. Due bambini sono ricoverati in gravi condizioni all’ospedale Santobono di Napoli. Altri hanno riportato lievi traumi.
La dinamica. Il bus era già danneggiato e viaggiava a forte velocità
Secondo alcune fonti il bus viaggiava a forte velocità con la parte anteriore aperta o mancante probabilmente a causa di un precedente «contatto» con il margine destro dell’autostrada nonostante le numerose segnalazioni dei rallentamenti tempestivamente segnalati da tre pannelli a messaggio variabile fino a 40 chilometri prima e da un operatore che sbandierava a terra (al Km.37.70, a 1.100 metri dal punto in cui è avvenuto l’incidente).
Intorno alle 19 di ieri sera, riferiscono le stesse fonti, si sono cominciati a formare dei rallentamenti al chilometro 28 in direzione Napoli, rallentamenti tempestivamente segnalati su tre pannelli a messaggio variabile fino a 40 chilometri prima e da un operatore che sbandierava a terra al chilometro 33,700, 1.500 metri prima del punto in cui è avvenuto l’incidente. Incidente che è avvenuto intorno alle 20:30. Gli operatori di servizio riferiscono di aver visto avvicinarsi il pullman a forte velocità con la parte anteriore aperta o mancante, probabilmente a causa di un precedente ‘contattò con il margine destro dell’autostrada. E il personale di Autostrade per l’Italia, in ricognizione notturna per la valutazione dei danni all’infrastruttura, ha trovato a terra parte del sistema di trasmissione del pullman al chilometro 33,650, non lontano dal luogo dell’incidente. Ed è in base a queste rilevazioni che si può dedurre, con alte probabilità, che il pullman fosse stato danneggiato mentre percorreva l’autostrada in un tratto a forte discesa non lontano dal luogo dell’incidente. Sono inoltre state rilevate abrasioni sulla barriera laterale tra il chilometro 33,400 e 33,200 (800 metri prima) e ulteriori abrasioni sul muro di margine destro in calcestruzzo tra il chilometro 33,200 e 33,020 (400-300 metri prima). Altri indizi sono stati rilevati sulle barriere metalliche del margine destro tra il chilometro 33,020 e 32,780 e un incidente che ha coinvolto circa 15 auto in tamponamenti di grave entità sullo stesso viadotto.
Lo strazio dei parenti
Intanto si accalcano i parenti all’ingresso della palestra della scuola «Don Bosco» di Monteforte Irpino, in attesa di essere chiamati per riconoscere i propri cari o di ricevere qualunque notizia li riguardi. I familiaridei passeggeri del pullman precipitato dal viadotto Acqualonga della Napoli-Canosa sono più di un centinaio nel piazzale antistante la palestra dove è stata allestita la camera mortuaria. Si conoscono tra loro, si sostengono e si abbandonano al dolore e alla disperazione.
In molti hanno trascorso la notte qui, confortati dal caffè che alcuni amministratori comunali hanno preparato in casa. Il vice sindaco di Monteforte Costantino Giordano ha recuperato alcuni gazebo che a breve saranno montati per far ombra al sole che picchia forte sul piazzale e ha contattato i ristoratori della zona per preparare pasti caldi. «Mi sembra il minimo – dice – ma stiamo cercando di fare il possibile anche con i volontari della Misericordia».