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Congresso Pd, la fatica di Sisifo. I “renziani”, un partito nel partito

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Giorni  forse decisivi per la convocazione e le regole con cui si svolgerà il Congresso. Forse perché in questo Paese sempre più stranodi decisivo sembra esserci ben poco. Guglielmo Epifani, il segretario,  sta facendo  tanta fatica, con tanta pazienza, perché l’assise del maggior partito  rappresenti davvero un momento di verità ,indichi progetti, programmi, politiche, ricostruisca una forza politica che deve ancora trovare la sua identità. Una fatica di Sisifo, personaggio della mitologia greca, figlio di Eolo e di Enarete, fondatore e primo re di Corinto. La storia è lunga. In poche parole Sisifo osò sfidare gli dei e Zeus lo condannò a spingere un masso dalla base alla cima di un monte. Ogni volta che Sisifo raggiungeva la cima il masso rotolava alla base del monte. Per l’eternità, si racconta, Sisifo si sottoposte a questa fatica. Ecco, il congresso del Pd rischia di diventare una telenovela e quando sembra che  sia stata trovata la quadra, si deve ripartire da capo.

L’assise del partito a fine novembre. Primarie aperte
C’è una commissione rappresentativa di tutte le varie “ anime” che compongono il mosaico che si chiama partito democratico, ha lavorato con l’impegno in prima persona del segretario. Lui stesso annuncia che ci siamo quasi, ripete che il Congresso si farà entro l’anno. Ora ha fatto capire che si pensa di svolgerlo vero la fine di novembre e che le primarie saranno aperte. Tutto chiaro? Per niente. Il bollettino di Matteo Renzi, il sindaco di Firenze secondo cui chi vince le primarie diventa segretario e candidato alla presidenza del Consiglio, ogni giorni ne presenta una nuova. Quando parliamo di “ bollettino “ ci riferiamo a Repubblica  che ogni giorno ci delinea i movimenti dei “renziani”. Fino ad oggi Renzi  si è  fatto vanto di essere contro le correnti, non vuole crearle .  Sono i cittadini che devono eleggere il segretario e il candidato premier. Ma anche  le primarie aperte , a suo dire, possono comportare tranelli, il tiro al piccione, che sarebbe lui. Quelli di Roma  ne sanno una più del diavolo.Per esempio se si prevede che vi sia un albo cui ci si iscrive il “ partito romano” potrebbe giocargli un brutto scherzo. Meglio tutto aperto, uno la mattina si alza e che dice? Semplice,visto che non ho altro da fare vado a votare per il segretario del Pd , candidato premier.

Quello che ci racconta Repubblica , bollettino di Renzi
Un congresso, in tutto il mondo democratico, si nutre di politiche, ricerca e stimola la partecipazione dei militanti, discute  e vota documenti  sulla base di quali vengono eletti i dirigenti ad ogni livello. Interessa tutto questo ai “renziani” per quanto se ne sa dal bollettino di Repubblica? Non risulta. Elemento di polemica continua ad essere la data del Congresso. La scadenza naturale dovrebbe essere nella prima settimana di novembre. E Renzi, ligio osservante dello statuto ne fa una battaglia. E se si svolge il 24 novembre cambia qualcosa, il piccione viene colpito da un maggior numero di pallini?.  La sostanza vera dello scontro è un’altra, molto più pericolosa.  In questi ultimi giorni si è sviluppato un dibattito politico, un pre congresso si può dire, che ha messo a confronto , pubblico, trasparente, le diverse “ anime” del Pd, i possibili candidati alla segreteria. Insomma si è cominciato a discutere di politica avviando il “ congresso dal basso,” la “ Costituente delle idee”, dicono alcune associazioni di iscritti e non iscritti al partito. Si delineano differenze politiche consistenti ma anche una c convergenza  sul fatto che il congresso elegge il segretario del partito che non è anche automaticamente candidato premier,come in un paese normale, in un partito normale  dovrebbe essere. Anche perché un premier c’è già e , guarda caso, è colui che è stato vicesegretario del Pd. Facciamoci del male è dire poco.

I comitati pro Matteo. A Palazzo Chigi  con o senza il Pd
Al confronto politico sfuggono i “ renziani”.  Vengono invitati a discutere. Non si presentano, evitano il contatto, il rapporto. Parlano di un “ correntone” che si sta costruendo contro Renzi. Repubblica usa questa parola più volte che può Ora ci da conto che “ Renzi prepara la rete dei sindaci per scalare il partito romano”, che stanno sorgendo centinai di circoli per Matteo e parla di “ febbre dei circoli “, “Da Torino ad Agrigento, boom di comitati” Dicono “ non possiamo fallire. A Palazzo Chigi con o senza il Pd”.  Domanda: con chi? Non c’è risposta. Se diamo retta a Repubblica siamo ben oltre la costituzione di un corrente. Forse non è esagerato parlare  di un partito all’interno del partito. Un masso che quando lo hai portato in vetta al monte rotola giù. La fatica di Sisifo. Appunto


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