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Un contratto per la rete

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E’  uno degli argomenti centrali del prossimo Anso Meeting in programma venerdì 21 giugno all’ Autodromo del Mugello dal titolo emblematico: ‘‘Così vicini, non così lontani”.

A discuterne assieme ai rappresentanti dell’ Associazione Nazionale Stampa Online ci saranno il presidente della Fnsi Giovanni Rossi, il direttore generale della Fieg Fabrizio Carotti, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, con delega all’ editoria, Giovanni Legnini, il presidente di Mediacoop Primo Salani e Pino Rea in rappresentanza dell’ Ordine dei Giornalisti. Insomma tutti gli organismi che dovrebbero avere un posto in prima fila nella rivoluzione digitale dell’ informazione. Ma che per il momento sono restati nelle seconde o terze file, in attesa di chissà che cosa.

di Marco Renzi

L’incontro al vertice di venerdì potrebbe fornire però importanti novità sul tema visto che la Federazione Nazionale della Stampa,  attraverso il proprio presidente Rossi ha in corso (per la prima volta nella storia dell’ italico web) dei contatti con Anso e altri partner istituzionali per mettere a fuoco le tematiche riguardanti un eventuale contratto specifico per gli operatori dell’ informazione on line.

Un contratto, quello per la stampa online, che sembra essere davvero necessario, almeno quanto lo fu l’adozione dell’Aer-Anti-Corallo nel 2000 per i lavoratori dell’ informazione radio-televisiva.

La normativa esistente al momento, lascia ben poco spazio alla fantasia e soddisfa ancora meno i giornalisti del web.

Ne abbiamo parlato in più riprese l’ultima volta qui. Il contratto nazionale giornalistico vigente non considera i giornalisti della rete, o meglio li considera ma con scarso interesse, se ne parla solo nell’articolo 1 dove si accenna alla tutela contrattuale anche per gli “elettronici”. Un concetto a dir poco fumoso che poi si cerca di spiegare meglio nell’ allegato B dedicato alla multimedialità. Con scarso successo, a onor del vero.

Ai fini pratici il contratto nazionale dei giornalisti Fnsi potrebbe essere applicato naturalmente anche ai giornalisti on line, ma, secondo il pensiero comune degli editori della rete, tale contratto risulterebbe troppo oneroso, soprattutto per i piccoli e medi web-editori puri, che costituiscono la maggioranza delle testate on line che operano al momento in Italia.

Ma siamo davvero certi che per fare un contratto specifico per la categoria ci si debba limitare a far spendere meno gli editori on line? Un dato importante, certo, ma che ad esempio nel comparto radio televisivo non ha portato ad una reale soluzione dei problemi di personale, anzi alla luce della crisi degli ultimi anni l’Aer-Anti-Corallo, più che altro ha contribuito a creare posti di lavoro non realmente supportati da valide compagini aziendali.

Solo in Toscana nell’ultimo anno hanno chiuso decine di emittenti fra radio e televisioni private col conseguente licenziamento di decine di giornalisti.

L’ auspicio che vorremmo formulare è che dal dibattito di venerdì prossimo emergano fatti diversi da questo, e si rifletta a fondo sul cambiamento epocale in corso nella produzione e nella fruizione delle notizie. E che partendo proprio da questi nuovi scenari si rifletta su quali debbano essere i criteri più consoni alla redazione di un contratto specifico per i lavoratori dell’informazione on line, e non ci si limiti a discutere degli aspetti economici.

 da lsdi.it


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