“Il popolo turco ha diritto all’informazione e all’uso libero di tutti i mezzi di comunicazione Twitter compreso, per esprimere le sue rivendicazioni in modo pacifico come sta facendo. I tentativi di mettere in silenzio la stampa non può essere accettato in alcun modo. Il Governo turco ne prenda atto, abbandoni le azioni di repressione e liberi i numerosi giornalisti in carcere” Questa vibrata protesta unita all’appello per la libertà è stata lanciata con forza da tutto il Congresso mondiale della Federazione internazionale dei giornalisti che, riunito a Dublino, ha approvato all’unanimità una mozione urgente presentata da Fnsi, Snj con Snj-Cgt e Usj-Cfdt (Francia), Rfj Mediasind (Romania), Sjf (Svezia), Fape (Spagna, insieme con Ccoo e Fesp, Sjp (Portogallo), Syndicom (Svizzera), Ssnm (Macedonia), l’Aji (Indonesia), le Mav (Vanuatu), la Ujf (Finlandia), la Nj (Norvegia), la Dju in verdi (Germania). Nel documento impegna tutto il sindacato europeo e mondiale a sostenere le campagne per la liberazione dei giornalisti da tempo in carcere in Turchia per presunti reati di opinione, fornendo ai colleghi ogni sostegno necessario e lancia un appello alla comunità internazionale perché siano fermate le repressioni di polizia. E’ giudicata inaccettabile la considerazione delle Autorità secondo le quali l’impatto dei circuiti di informazione sociale è “una minaccia” per la società. Va invece ricordato alle stesse Autorità quanto previsto dagli articoli 19 e 20 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, che garantiscono la libertà di opinione e di espressione e nello stesso tempo la libertà di associazione e di pacifiche riunione. Il Sindacato internazionale dei giornalisti (Ifj) e quello Europeo (Efj) faranno di tutto perché cessino le attività repressive e siano rispettati il giornalismo libero e garantite le libertà civili a tutti i cittadini.