Nel Decreto Legge n 69/2013, detto DL Fare, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 21 Giugno 2013, per quanto riguarda le semplificazioni per la sicurezza sul lavoro, ci sono delle possibili violazioni della direttiva europea quadro 89/391/CEE.
-Per i lavoratori che non superano le 50 giornate lavorative nell’arco dell’anno solare è prevista la riduzione degli adempimenti relativi alla informazione, formazione e sorveglianza sanitaria.
In pratica, se un lavoratore che esegue lavorazioni di breve durata ha già svolto preso un altro datore di lavoro (nel corso dell’anno) formazione e sorveglianza sanitaria, sarà esonerato da rifarla nuovamente.
Questo porterà un sacco di lavoratori precari a lavorare senza aver fatto un minimo di formazione e sorveglianza sanitaria per i rischi che stanno affrontando, con evidente scaricabarile delle aziende, cui nessuna si vorrà assumere l’onere della formazione e sorveglianza sanitaria : “ma io pensavo che la formazione e la sorveglianza sanitaria l’avesse fatta il tuo datore di lavoro precedente”
Questa norma viola gli articoli 10 (Informazione dei lavoratori), 12 (Formazione dei lavoratori) della direttiva 89/391/CEE
-Per i “settori a basso rischio infortunistico”, i datori di lavoro possono attestare di avere effettuato Il DVR (Documento di Valutazione dei Rischi) con l’autocertificazione.
Questa norma viola l’articolo 9 (Vari obblighi dei datori di lavoro), comma 1a e 1b della direttiva 89/391/CEE, che dicono:
“1. Il datore di lavoro deve:
a) disporre di una valutazione dei rischi per la sicurezza e la salute durante il lavoro, inclusi i rischi riguardanti i gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari;
b) determinare le misure protettive da prendere e, se necessario, l’attrezzatura di protezione da utilizzare”
Viene eliminato l’obbligo del DUVRI (Documento Unico di Valutazione dei rischi da Interferenze) da parte del lavoratore committente per le attività in appalto nel “caso di settori di attività a basso rischio infortunistico”.
Questa norma viola l’articolo 6 (Obblighi generali del datore di lavoro), comma 4 della direttiva 89/391/CEE, che dice:
“4. Fatte salve le altre disposizioni della presente direttiva, quando in uno stesso luogo di lavoro sono presenti i lavoratori di più imprese, i datori di lavoro devono cooperare all’attuazione delle disposizioni relative alla sicurezza, all’igiene ed alla salute, e, tenuto conto della natura delle attività, coordinare i metodi di protezione e di prevenzione dei rischi professionali, informarsi reciprocamente circa questi rischi e informarne i propri lavoratori e/o i loro rappresentanti”
L’articolo 54 del TU 1124/65 viene abrogato.
In pratica i datori di lavoro non saranno più obbligati a denunciare alla autorità di pubblica sicurezza, le morti sul lavoro e gli infortuni sul lavoro superiori a 3 giorni lavorativi.
Togliendo in pratica alle autorità preposte ( ad esempio alle Asl) ogni informazione e controllo su eventi infortunistici (anche mortali) che hanno invece evidente rilevanza penale.
L’Asl per essere informata dovrà accedere ai database dell’Inail, dove avrà acceso ai dati per gli infortuni mortali e per gli infortuni superiori a 30 giorni.
E per quelli sotto 30 giorni che sono la maggioranza???
Inoltre viene modificato anche l’articolo 56 del TU 1124/65.
In pratica le indagini sulle responsabilità dei datori di lavoro per gli infortuni si faranno solo se ci sono i soldi per farle : “agli adempimenti di cui al presente articolo si provvede con le risorse umane, strumentali e finanziare disponibili a legislazione vigente, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”.
Questa norma, viola l’articolo 9 (Vari obblighi dei datori di lavoro), comma 1d, della direttiva 89/391/CEE, che dice:
“Il datore di lavoro deve, redigere, per l’autorità competente e conformemente alle legislazioni e/o prassi nazionali, relazioni sugli infortuni sul lavoro di cui siano state vittime i suoi lavoratori”
Se la memoria non mi inganna, il 21 Maggio 2013, il Premier Enrico Letta aveva detto :La “farraginosità” del sistema istituzionale italiano ha determinato una “vergogna nazionale, il fatto che abbiamo quasi 100 procedure di infrazione della Comunità europea: siamo il Paese più multato”
Per essere esatti 104 procedure d’infrazione: http://eurinfra.politichecomunitarie.it/ElencoAreaLibera.aspx
Se si continua a fare simili decreti e a non rispettare le direttive europee, le procedure d’infrazione aumenteranno ancora invece di diminuire.
Spero che chi di dovere raccolga questa mia segnalazione, perchè siamo a forte rischio di un ennesima procedura d’infrazione sulla sicurezza sul lavoro: una l’abbiamo già aperta e a breve verremo deferiti alla Corte di Giustizia Europea.
* Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza-Firenze
Email: bazzoni_m@tin.it
P.S Invito chi di dovere a leggersi attentamente la direttiva europea quadro 89/391/CEE in allegato