In questa intervista l’ex presidente iraniano Banisadr spiega perché in Iran ci sia una sola opzione: boicottare le imminenti elezioni presidenziali.
di Ali Izadi
E’ giugno inoltrato, eppure fa freddo qui a Parigi e così salgo frettolosamente a casa di Abolhassan Banisadr. Lui che è stato il primo Presidente della Repubblica dell’Iran dopo la rivoluzione vive qui da 32 anni, in un esilio non facile, sorvegliato a vista. Da molto tempo sostiene una tesi semplice ma minoritaria nell’opposizione iraniana: per lui gli iraniani hanno una sola opzione, boicottare le elezioni. e lo sostiene anche in questi giorni. Nell’imminenza delle presidenziali iraniane gli chiedo perché sostenga questa tesi:
Il regime iraniano da 30 anni non ha mai riconosciuto il diritto degli iraniani ad essere trattati come veri cittadini né come veri elettori. E questo, se vuole, è pure logico: senza il riconoscimento del primo diritto può essere riconosciuto il secondo?
Finché non sarà riconosciuto il diritto degli iraniani ad essere considerati veri cittadini del loro Paese le elezioni saranno una farsa, manipolate. Una pietanza adulterata.
Prendiamo per esempio queste presidenziali. Dei 640 cittadini che hanno presentato la loro candidatura il Consiglio die Guardiani ne ha ritenuti idonei a concorrere per l’alto ufficio 8. Neanche l’ayatollah Rafsnajani ha passato l’esame: lui, che è sempre stato uno di loro, uno dei nomi più noti e importanti dell’establishment iraniano, ha potuto concorrere.
Ora si dice che questo voto offra una sfida tra il candidato del regime, Rohani, e il riformista Aref (che in queste ore ha ritirato la sua candidatura, ndr). Immaginiamo, per assurdo, che lascino vincere Aref o l’altro candidato moderato, Rowhani (sul quale sta puntando tutto in queste ore il gruppo legato a Khatami,ndr). Potrebbe, da presidente eletto, cambiare la politica sul nucleare? Potrebbe prendere carta e penna e scrivere a Obama, proponendogli un negoziato diretto? Credo sia inutile dire che non potrebbe, dunque votare è sempre e comunque fare un favore alla propaganda del regime.
La gente va alle urne per votare per il cambiamento, loro falsificano il risultato, eleggono il loro e dicono pure che la gente è andata alle urne per esprimere il suo consenso, il suo sostegno al regime. Mi sembra molto più logico lasciarli con i seggi vuoti. Qui non si tiene conto che il regime iraniano, brutale oltre ogni limite, ci sta portando alla rovina. Le sanzioni stanno distruggendo l’economia nazionale.
In questa situazione il messaggio va mandato tanto a Khameney quanto alla comunità internazionale. E il boicottaggio del voto è un segnale chiaro. Sa una cosa? Prima di abbattere il regime di Mubarak quanti egiziani si recarono alle urne per quelle elezioni farsa? Il 10%, giusto?