“Se una notte di inverno, qui vicino in via Ottaviano, per esempio, muore una persona, quella non è notizia. Se in tante parti del mondo ci sono bambini che non hanno da mangiare, quella non è notizia, sembra normale. Non può essere così! (…) Al contrario, un abbassamento di dieci punti nelle Borse di alcune città, costituisce una tragedia. Uno che muore non è una notizia, ma se si abbassano di dieci punti le Borse è una tragedia! Così le persone vengono scartate, come se fossero rifiuti”.
Le parole di Papa Francesco nella Giornata mondiale dell’ambiente scuotono la coscienza. Lo diranno e scriveranno in tutti i media commentando la catechesi del Papa all’udienza generale. Ma siamo sicuri? Quanti abbiamo ancora una coscienza se non personale pubblica che ci faccia giudicare e scandalizzare di fronte ad un mondo dove l’Economia ha perso di vista il bene collettivo a frutto dei ristretti interessi di un’oligarchia di poteri ‘forti’ che nelle piazze borsistiche ‘giocano’ le loro azioni, che poi determinano le sorti dell’umanità, supportati da una Politica scellerata che offre in sacrificio i popoli, sulla carta sovrani nella realtà nuovi sudditi di imperi finanziari, che oggi dettano anche le regole della comunicazione di massa, che deve stupire, catturare l’attenzione, emozionare quel poco tempo per piazzare il prodotto altro dall’informazione, o il messaggio pubblicitario palese o sotteso.
Nell’universo mediale ci sono 8 gruppi quotati in Borsa, che dominano non solo il mercato globale della tecnologia, ma dominano la nostra vita, condizionando i nostri consumi e stili di vita, imponendo sovente prodotti, che sempre più influenzano il nostro stesso modo di pensare, di organizzare il pensiero, di agire, e di rapportarci alla realtà. Questi gruppi sono: Apple, Google, Microsoft, Intel, Amazon, Facebook, Hp e Dell. La sola Apple vale oggi 632,7 miliardi dollari, circa il Pil della Svizzera (636 miliardi). È la compagnia con la capitalizzazione più elevata al mondo. Con una liquidità stimata al momento in 150 miliardi di dollari.
A chi interessa che un povero muoia in via Ottaviano? O riflettere sui dati pubblicati ieri e oggi dall’Onu? Nei Paesi poveri 870 milioni soffrono la fame mentre nei Paesi ricchi gettiamo tra i rifiuti 300 milioni di tonnellate di alimenti in buono stato più che sufficienti a sfamarli; altri 2 miliardi patiscono la carenza di vitamine e nutrienti di base, ed oltre 1 miliardo e 400 milioni di persone sono invece in sovrappeso, di cui mezzo milione sono addirittura obese, vittime anche loro dell’indifferenza del prossimo.