Il gradimento di incontri di approfondimento, fino al successo della “Repubblica delle idee”, mi fa pensare a quanto sia sentito il bisogno di confronto. Un “servizio” ormai ridotto al minimo nei partiti, che invece dovrebbero essere i principali promotori della discussione politica e culturale nel Paese. La sussidiarietà auto-organizzata della comunità civile nella creazione di luoghi di confronto è un segno eclatante della nostalgia del “dibattito” , nonostante gli eccessi segnalati a suo tempo da Moretti. Ora invece nessuno vuol più fare la fatica di organizzare una discussione su temi controversi.