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Marsala, se l’informazione innervosisce il potere

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La decisione del sindaco di Marsala, Giulia Adamo, di intentare causa civile alla redazione di marsala.it è un atto inatteso da parte di un importante rappresentante delle istituzioni. Probabilmente un gesto impulsivo. Con questo provvedimento, il sindaco ha dato l’impressione di confondere piani e ruoli. 50 mila euro sarebbero peraltro pochi se si volesse chiedere conto di un danno di immagine per una città con la storia e l’economia di Marsala. La cifra dà la misura di un’operazione chirurgica da parte del primo cittadino per ottenere la chiusura della testata o l’epurazione del suo direttore.

La posizione del primo cittadino può essere giustificata se manifestata sul piano personale, ma crea un pericoloso vulnus democratico dal momento che vengono utilizzati soldi pubblici per mettere il bavaglio a uno dei pilastri della società democratica, per cercare di impedire che la stampa controlli l’operato delle istituzioni e informi i cittadini.

Il sindaco di Marsala ha una lunga esperienza politica. Prima di guidare la città, ha tagliato trasversalmente buona parte dell’arco istituzionale. Stimata presideassessore in una delle amministrazioni marsalesi più amate della storia (quella guidata dall’ex arbitro Salvatore Lombardo), per due volte presidente della provincia di Trapani. Preoccupante che un personaggio che ha ricoperto incarichi così rilevanti dia prova di relegare il ruolo dell’informazione a un allineato copia/incolla o alla cronaca delle inaugurazioni della giunta. La mancanza di serenità che traspare dalla scelta di Giulia Adamo fa riflettere più di mille articoli critici.
Il primo cittadino marsalese non ha utilizzato nessuno degli strumenti convenzionali utili in questi casi: al direttore Giacomo Di Girolamo (nella foto) non ha mai richiesto rettifiche per gli articoli fin qui pubblicati. Al primo cittadino la mosca al naso è saltata quando i colleghi di marsala.it hanno raccontato che i mezzi della raccolta rifiuti della città vengono riforniti di carburante dallaAdamo Petroli, l’azienda di famiglia del sindaco. Al centro della loro attività di inchiesta anche altre questioni di interesse per la cittadinanza, come i documenti presentati per il progetto del nuovo porto o la spesa di 800 mila euro per proclamare Marsala città europea del vino 2013.
La stampa locale è sempre stata un fondamentale alleato di Giulia Adamo. L’onorevole non si è mai sottratto ai microfoni di palchi e cronisti. In cambio ha ricevuto una benevolenza pari alla sua capacità di distribuire sorrisi in pubblico. Anni fa un autorevole settimanale locale, a commento dell’ennesimo successo elettorale, titolava: “La bionda che piace e che vince”. L’intera pubblicazione evocava il puro splendore della professoressa, qualità che, coniugata alle capacità politico-amministrative e al potere esercitato, ha contribuito a creare intorno a lei un alone mistico. Complice la crisi dell’editoria. Un particolare che non va tralasciato se si intende indagare il rapporto tra stampa e politica, soprattutto in ambito locale. Giornali ed emittenza vivono una recessione che ha radici molto profonde. Per sopravvivere, bisogna sostituire i mancati introiti della pubblicità con i comunicati istituzionali. Per mantenere l’attività ci vogliono santi in paradiso, da pregare e venerare. Il prezzo lo pagano i cittadini con l’appiattimento dell’offerta e la penuria di spirito critico che riscontriamo nel panorama informativo nazionale. E i giornalisti rischiano di diventare i maggiordomi dei potenti.
I colleghi di marsala.it sono redattori seri, appassionati ma soprattutto liberi. Pongono le domande rimanendo vigili affinché ai loro lettori arrivino “risposte”, non giri di parole. Una pratica indubbiamente fastidiosa a cui i politici non sono più abituati. Spesso la nostra categoria è tentata dai privilegi, è stuzzicata dall’essere disponibile col potente di turno, confidando di poter vivere di luce riflessa, specie se i personaggi sono belli e vincenti.
 Con i tempi della giustizia italiana, non si fatica a immaginare che quando questo iter arriverà in fondo al percorso, a Sala delle Lapidi, sede del consiglio comunale, Giulia Adamo sarà solo un ricordo. A futura memoria rimarrà solo la storica sconfitta dei cittadini marsalesi. Se l’amministrazione perderà, dovrà risarcire la redazione di marsala.it. In caso contrario Marsala rischia di dover fare  a meno dei propri cani da guardia.

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