Il percorso di integrazione degli stranieri in Italia deve cominciare nei Paesi di partenza degli immigrati. Lo ha detto il ministro dell’Integrazione, Cecile Kyenge, intervenendo alla Conferenza dei prefetti. Presentando il ministro, il sottosegretario all’Interno, Domenico Manzione, ha espresso solidarietà dopo le offese di ieri da parte di un’esponente leghista. La platea ha applaudito. “Ci sono – ha ricordato Kyenge – 4 milioni di stranieri in Italia con bagaglio culturale e religioni diverse ed il percorso di integrazione non considera mai il momento di partenza del migrante, che spesso proviene da luoghi in cui non ha avuto la possibilità di studiare, di capire il tessuto sociale del Paese che lo ospiterà. Ora – ha aggiunto – c’è un progetto del ministero dell’Interno che porta le famiglie a cominciare lì da dove partono a studiare l’Italia, in modo che quando arriveranno l’inserimento sarà facilitato”. “La lingua italiana – ha proseguito il ministro – è uno dei primi punti da cui partire per l’integrazione ed in questo i prefetti devono cercare di far fronte alle criticità, tenendo unito il tessuto sociale in un’ottica di nuova convivenza. Compito dello Stato è anche rendere queste persone meno vulnerabili, cercando di evitare isolamento e inserirli in un contesto di integrazione”. “Bisogna – ha concluso – promuovere una nuova cittadinanza, dare l’opportunità ad ogni persona di sentirsi cittadino e di poter usufruire di diritti e doveri”.