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Giustizia: uffici vuoti e personale formato a casa. Tremila tirocinanti pronti a fronte di ventimila posti vacanti

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Le cancellerie dei tribunali e le segreterie delle Procure funzionano a singhiozzo perché sono sottorganico.  I posti vacanti sono circa ventimila. Lo Stato in convenzione con Regioni, Province e Università negli ultimi anni ha istituito dei tirocini formativi destinati ai  laureandi e laureati in Legge, in stato di inoccupazione, per affiancare il personale effettivo degli Uffici giudiziari di altra forza lavoro. Un investimento congiunto, che rischia di essere vanificato, se non si stabilizzano le professionalità acquisite. In Italia ci sono circa tremila giovani che hanno aderito a questi progetti, partecipando a delle selezioni pubbliche, alcuni di questi, in Campania sono 500, termineranno la formazione il 30 novembre 2013 come prevede la proroga contenuta nella  legge di stabilità 2013 (legge numero 228 approvata dal Parlamento il 24 dicembre 2012 e pubblicata sulla Gazzetta ufficiale il 29 dicembre 2012 N.d.r.).

Dopo queste ulteriori 220 ore di formazione, in aggiunta ai 6 mesi iniziali, ci troveremo con del personale abile ed arruolabile ma disoccupato. A oggi non si manifestano all’orizzonte garanzie di stabilizzazione di queste risorse umane. I precari della Giustizia consci della situazione sociale e finanziaria che attraversa il Paese chiedono, costituendosi in un Coordinamento, di garantire il diritto alla giustizia dei cittadini italiani e di non mandare sprecate le risorse economiche che sono state spese per la formazione dei lavoratori. La paralisi del sistema giudiziario, già a giorni alternati, non è difficile da ipotizzarsi in quanto verranno a mancare anche le unità precarie che hanno tamponato i disservizi degli ultimi anni. Il Coordinamento  precari della Giustizia Campania nato nel mese di aprile 2013 ha aderito all’unanimità al Coordinamento Unione precari della Giustizia Nazionale (Upg) con sede a Roma.

«Queste convenzioni – affermano in una nota il Coordinamento Upg Campania – hanno rappresentato l’unica fonte di ossigeno puro per questi Uffici, impegnati in uno sforzo sovraumano nel garantire standard sufficienti di efficienza, tenuto conto delle materiali possibilità del personale in servizio. Pertanto, è evidente che il contributo apportato dai tirocinanti può, senza esitazione, definirsi di rilievo nell’economia di gestione degli Uffici, grazie alla professionalità e alla competenza acquisita dal personale in tirocinio». Per i precari della giustizia la proroga deve essere uno stimolo per le istituzioni preposte nel consolidare una forza lavoro esistente e necessaria al funzionamento della giustizia nel nostro Paese.


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