“Oggi abbiamo dato un contributo importante al consolidamento democratico della Repubblica. Abbiamo lanciato un messaggio forte, possiamo esserne fieri”. Lo ha detto il presidente della Regione Enrico Rossi intervenendo a Firenze, in piazza Signoria, alla cerimonia per la celebrazione del 2 giugno, nel corso della quale sono diventati cittadini italiani i tre senegalesi feriti un anno e mezzo fa in una sparatoria, a Firenze, Mustapha Dieng, Mor Sogou e Cheik Mbenghe. Il governatore, riprendendo anche quanto affermato poco prima dal sindaco di Firenze Matteo Renzi, si è quindi augurato che la cittadinanza concessa dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ai tre senegalesi, “sia la pietra che porti presto a una nuova legge sulla cittadinanza che meritano tante persone che rispettano le leggi e la nostra costituzione. Così – ha aggiunto – la nostra Repubblica sarà più forte”. Rossi, ribadendo che quanto successo a Firenze il 13 dicembre 2011, quando Gianluca Casseri per motivi razziali sparò contro alcuni senegalesi, uccidendone due e ferendone 3, ha sottolineato come “pensavamo che cose del genere non potessero avvenire. Cose che hanno lasciato ferite che non si rimarginano. Però da quelle ferite abbiamo iniziato un percorso di riconciliazione e di coesione, che ha visto protagonista prima di tutto la comunità senegalese” e i cittadini che dettero vita a una “grandiosa e pacifica manifestazione”. Dopo aver ricordato che il Consiglio regionale ha voluto riconoscere alle famiglie delle due vittime e al ferito più grave un contributo, “lo stesso che la Regione riserva ai cittadini toscani vittime sui luoghi di lavoro” il presidente, che per primo chiese per i tre la cittadinanza, ha ringraziato il presidente Napolitano e il ministro Annamaria Cancellieri.