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Christian Sinopoli, morto sul lavoro 5 mesi fa. Ancora nessun processo. I familiari chiedono verità e giustizia e attenzione dei media. In una lettera che pubblichiamo

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Christian Sinopoli è morto sul lavoro il 6 febbraio 2013 fa all’interno dello stabilimento della ditta FRAL nel Vicentino. A 5 mesi di distanza il processo non è ancora iniziato. I familiari hanno scritto a Marco Bazzoni, operaio e collaboratore di Articolo21, da sempre sensibile sul tema della sicurezza sul lavoro, per chiedere al mondo dell’informazione di occuparsi della loro vicenda, una, purtroppo, delle tante tragedie quotidiane sui luoghi di lavoro. Bazzoni ci ha segnalato questa lettera che pubblichiamo auspicando che media, tv, radio e giornali accendano i riflettori su questo ennesimo episodio. Per amore di giustizia e verità.

LA LETTERA
Siamo i famigliari di Christian Sinopoli, un meraviglioso ragazzo di 37 anni morto il 6  febbraio 2013 all’interno dello stabilimento  della ditta FRAL nel Vicentino mentre prestava  opera di manutenzione su un magazzino automatico chiamato Modula Sintes 1.7 prodotto dall’azienda  della quale era dipendente da 12 anni, la System  Logistics S.p.A. di Fiorano Modenese. Scontato dire che pretendiamo venga fatta giustizia. In questa occasione però ciò che vorremmo sapere é:   

1) Perché nel 2005 muore un giovane di 33 anni  con la testa schiacciata da un magazzino automatico chiamato Modula S 500 prodotto dalla System Logistics S.p.A. e solo dopo otto anni tocca a Christian con una dinamica molto simile  al 2005 ed a causa dello stesso tipo di macchinario ?   

2) Perché un uomo di 76 anni deve seppellire il  figlio e peggio ancora due bambine devono  crescere senza l’amore di un padre a causa della scelta dell’azienda System Logistics S.p.A. di risparmiare poche centinaia di euro non dotando  il macchinario che ha ucciso Christian dei  dispositivi di sicurezza previsti dalla legge,  quando il costo sarebbe ricaduto comunque sull’acquirente (cfr verbale SPISAL di Vicenza) ?   

3) Perché in Italia, paese all’avanguardia nel settore dell’automazione industriale, dopo 5 mesi  dall’incidente mortale di Christian non si sia riusciti ancora ad estrarre il software del macchinario per confermare ciò che é accaduto il  giorno dell’incidente malgrado il verbale SPISAL  di Vicenza e le testimonianze dei presenti parlino chiaro sul fatto che si stesse eseguendo  un test completo della macchina in modalità  automatica senza sicurezza migliorata?   

4) Perché l’appuntamento per la perizia sul  software della macchina che ha ucciso Christian viene continuamente rimandato?   

5) Perché il 14 maggio 2013 i periti del pm  l’ing. Federico Sartori ed il suo ausiliare  l’ing. Carlo Alberto Sartor, il perito  dell’azienda indagata Prof. Rita Cucchiara ed  alcuni tecnici dell’azienda stessa si sono incontrati presso la ditta FRAL di Vicenza, dove  é avvenuta la tragedia, senza avvisare il legale della famiglia, l’avv. Bortolotto Edoardo  (consulente anche di Medicina Democratica) e  senza nemmeno la presenza della Polizia  Giudiziaria ? E perché in seguito a questo  incontro non ci é dato sapere cosa sia accaduto visto che non c’é un verbale ?  

6) Perché a distanza di 5 mesi non abbiamo ancora ricevuto dalla System Logistics S.p.A. la  documentazione tecnica del macchinario che ha  ucciso Christian, malgrado nostre ripetute  richieste anche scritte dallo stesso avvocato  Bortolotto Edoardo? Come fa il nostro consulente  tecnico a partecipare alle operazioni peritali se  non ha materiale in mano su cui prepararsi ?   

7) Perché i macchinari che hanno ucciso Christian  presenti in molte aziende Italiane ed estere non  sono ancora stati bloccati affinché la System  Logistics S.p.A. di Fiorano Modenese, come  impartito dallo SPISAL di Vicenza, non li adegui  alle normative di sicurezza vigenti “al fine di  evitare il ripetersi di analoghi infortuni”?   

8) Perché dal verbale dello SPISAL di Modena che  si é occupato dell’infortunio mortale avvenuto  nel Modenese nel 2005 non si riscontrano anomalie  e invece dopo otto anni il verbale SPISAL di  Vicenza accerta “presenza di contravvenzioni alle norme per la sicurezza del lavoro” malgrado i macchinari in questione siano pressoché gli stessi ?   

9) Perché la fedele compagna di Christian da 20  anni, madre delle sue figlie, che non ha avuto il  tempo di coronare il sogno di sposarsi in  presenza delle sue bambine, non ha il diritto di  beneficiare di una rendita che le permetta di continuare a pagare il mutuo della casa che insieme avevano acquistato ?   

10) Perché vengono fatti corsi, assemblee,  riunioni, convegni, vengono scritti libri,  manuali, verbali, nascono associazioni, siti web,  onlus che parlano di sicurezza sul lavoro e ogni  anno muoiono più di mille persone proprio sul lavoro?   

… E poi non chiamatele “morti bianche”, perché il  dolore che ci divora lo stomaco é NERO, il colore  che ha visto Christian quando la macchina l’ha colpito forte in testa é NERO e se non verrà  fatta giustizia il futuro sarà NERO… per la rabbia ! Attendiamo fiduciosi una risposta. 

Cordiali saluti 

La famiglia di Christian Sinopoli 


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