Ormai siamo allo sciacallaggio sociale. La notizia della chiusura della tv pubblica greca ha risvegliato antichi appetiti di coloro che da tempo puntano al ridimensionamento o alla privatizzazione della Rai. Approfittare del dramma sociale greco come arma per battaglie frutto di interessi economici e di bottega è sciacallaggio. Non abbiamo visto tanta veemenza nel chiedere provvedimenti legislativi per liberare la Rai dai partiti, dai governi e dalle lobby.
Non abbiamo visto tanta veemenza nel chiedere provvedimenti contro l’evasione del canone (che causa un buco di circa 500 milioni di euro l’anno). E neanche contro i conflitti di interesse. La Rai ha senza dubbio bisogno di profonde riforme organizzative ed editoriali. E l’Usigrai le propone da tempo. Se qualcuno pensa di utilizzare la vicenda greca per consumare qualche vendetta politica o editoriale, o puntando alla Concessione di Servizio pubblico del 2016, ha fatto male i conti.
RAI: USIGRAI, NON UTILIZZARE DRAMMA GRECIA PER CONSUMARE VENDETTE =(AGI) – Roma, 13 giu. – “Se qualcuno pensa di utilizzare la vicenda greca per consumare qualche vendetta politica o editoriale, o puntando alla Concessione di Servizio pubblico del 2016, ha fatto male i conti”. Lo dice l’esecutivo dell’Usigrai a proposito delle sorti future della Rai e prendendo spunto da quanto scritto oggi su un quotidiano. E questo pur nella consapevolezza del sindacato dei giornalisti del servizio pubblico che la stessa Rai “ha senza dubbio bisogno di profonde riforme organizzative ed editoriali. E l’Usigrai le propone da tempo”. L’Usigrai parla quindi di “sciacallaggio sociale” e la notizia della chiusura della tv pubblica greca “ha risvegliato antichi appetiti di coloro che da tempo puntano al ridimensionamento o alla privatizzazione della Rai. Approfittare del dramma sociale greco come arma per battaglie frutto di interessi economici e di bottega è sciacallaggio. Non abbiamo visto tanta veemenza nel chiedere provvedimenti legislativi per liberare la Rai dai partiti, dai governi e dalle lobby. Non abbiamo visto tanta veemenza nel chiedere provvedimenti contro l’evasione del canone (che causa un buco di circa 500 milioni di euro l’anno). E neanche contro
i conflitti di interesse”, conclude l’esecutivo Usigrai.