Alle 18.40 arriva l’ufficializzazione via Adnkronos: “Io sono una persona leale. Quando stringo la mano a una persona e la guardo negli occhi è come se firmassi un contratto”. E’ quanto ha sottolineato il leader del Pd Silvio Berlusconi nel suo intervento a piazza del Duomo a Brescia.
Il refuso della verità non lascia scampo nella giornata in cui Angelino Alfano (Pdl) vice del Premier Enrico Letta (Pd) ha partecipato alla manifestazione contro la Giustizia italiana. Meglio ancora, il ministro dell’ Interno al fianco di uomini e donne che ieri hanno risposto alla chiamata del loro leader politico appena condannato in secondo grado. La scena è più o meno la stessa di qualche mese fa con l’intero Pdl sulla scalinata del tribunale di Milano.
Una semplice conferenza stampa di sostegno alla ricandidatura del sindaco di Brescia trasformata in una prova politica del solito Berlusconi. Le sequenze sono tre: a metà pomeriggio Silvio Berlusconi e Alfano arrivano alla manifestazione sulla stessa auto. Blindatissimi e tra le contestazioni scendono direttamente sotto il palco. Ad attenderli persone che mostrano le foto di Falcone e Borsellino. In mattinata davanti al palazzo di Giustizia di Brescia, Vito Crimi capogruppo al Senato del Movimento 5 Stelle viene contestato durante la manifestazione organizzata da Libertà e Giustizia. Nel frattempo nei pressi dell’albergo che ospita i politici Pdl alcuni contestatori provano a sfondare il cordone di polizia. Volano insulti, qualche spintone e cori contro il leader del Pdl. Un manifestante raggiunge la piazza del comizio sanguinante. Cosa resterà di questa giornata? La rassegna delle frasi proferite dal palco: “Questo governo è un fatto storico, epocale perché per la prima volta nella storia della nostra Repubblica il centrodestra e il centrosinistra sono riusciti a mettersi assieme per fare il bene del Paese e mettere mano a quelle riforme necessarie”. Poi si contraddice : “’Vogliono eliminarmi perché da 20 anni sono l’unico ostacolo tra la sinistra e il potere”. La gente fischia e applaude. Specchio della sua totale confusione, travolta nella bolgia di una politica farneticante, schizofrenica, sempre molto abile nei suoi accordi sottobanco e in certi casi anche violenta.
L’ipocrisia di B. con frasi come : “Ogni famiglia che non ce la fa rappresenta per me uno struggimento, un dolore e solo stando al governo possiamo mettere in campo quelle politiche necessarie”. Poi le parole che più gli stanno a cuore: “L’ assurda condanna su Mediaset non mi farà fare un fallo di reazione, come qualcuno ha sperato,continuerò a sostenere il governo”. Lo show prosegue con la piazza anti toghe politicizzate che invoca: “Chi non salta comunista è”. Lui risponde allargando le braccia scusandosi: “Io non posso saltare, con loro ci siamo al governo”. Si fa scudo persino con i morti e cita il caso Tortora invocando la responsabilità civile anche per i Pm. Infine: “Ai magistrati voglio dire una cosa: potrete farmi di tutto ma non potete impedirmi di essere il leader del Popolo delle libertà”. Ma per Adnkronos, con un refuso che sa di verità, lui intanto è già leader del Pd. A insaputa di Epifani.