Tanto tuonò che piovve. Sta arrivando la pillola rosa, il Viagra per le donne. Poco importa se in realtà i test sono ancora in corso, se ci sono quiete casalinghe che per contratto con una multinazionale multimiliardaria più vote la settimana prendono una di queste pilloline rosa-arancione e bang! Si affacciano al talamo con l’espressione di Angelica alla Corte del Re e “caro cocco, mi sa che ti tocco”! Insomma ci siamo: nel 2016 le pillole rosa saranno in farmacia e i farmacisti, uomini e donne, contano i giorni. Si stima un potenziale giro d’affari uguale a quello della pillola blu, chi l’avrebbe mai detto.
Ma intanto i mariti delle signore “cavie”, tutti americani, tutti abbronzati e sorridenti, vivono momenti irripetibili. Neanche i racconti del nonno, che combatté a Guadalcanal, pareggiano con il cimento che gli viene chiesto. Più che “coinvolti” sono stati travolti dai test e attendono le brume della sera con la stessa faccia degli abitanti della Transylvania alla stessa ora. Qualcuno di loro ostenta sicurezza, va in palestra, appena fuori ufficio, ma si limita a sauna, doccia, a volte un massaggio e un’insalata di carote. Si racconta che uno di questi indomiti, mascella quadrata e faccia da Batman senza maschera, abbia seguito il normale allenamento di sempre anche “in questi giorni”. Gli amici lo ricordano come un tipo gioviale, appassionato di hockey, moderato bevitore ma se si domanda di più tagliano corto o si chiudono in un ostinato silenzio.
Il guaio e’ che tra le altre tegole che prendono in pieno la zucca dei maschietti c’è che gli scienziati, narcisi sul loro fondamentale ruolo, stanno spiegando in dettaglio le differenze tra Viagra per uomini, principio attivo Sidenafil, e Levitra pillola del desiderio per donne, molecola Vardenafil. Per l’uomo il fatto e’ una banale storia di flussi di sangue che devono andare li’, con la giusta pressione per ” l’effetto Opla’ “. La pillola per donne deve, invece, agire praticamente ovunque: cervello, ormoni, ovviamente anche li’, ma forse anche orecchie per non sentire le scemenze che diciamo mentre facciamo gli orsetti in amore, occhi – magari – per non notare che quel nostro filo di pancetta di appena un anno fa oggi e’ diventato un inseparabile salvagente del Titanic, eccetera. Insomma a noi basta un buon idraulico liquido e per lei, per loro, ci vuole Silvan dei tempi buoni, non oggi che sembra scappato dal museo Egizio di Torino. Ovvio che questo pensiero mica aiuta i partner dei test. Noi praticamente dei sifoni da gonfiare e loro intellettuali sacerdotesse tantriche, muse chimicamente dirottate sulla via del piacere olistico mentre distrattamente ripetono il mantra dell’ars amandi. Così non va per niente bene. I tristi mariti americani delle cavie sacerdotesse i cui sopra ce la stanno mettendo tutta per non pensarci, ma il tarlo continua a fare il suo sporco lavoro. E non sono gli unici preoccupati. Anche il presidente della Casagit ha un bel grattacapo. Non perche’ ci sia mai stato un “caso Viagra” nella Cassa che assiste i giornalisti italiani sul fronte della salute, ma perché, a farci passare momenti duri in passato ci ha pensato qualche spiritoso collega dall’estro creativo. Totalmente dimentico del fatto che ogni spesa finisce in un bilancio e quindi tutto e’ misurabile, ha ricamato intorno alla virilità perduta dei giornalisti e la loro proprensione a scaricarne il costo sulla Casagit. Il sottoscritto, ammetto divertendosi, dovette rispondere e spiegare a un noto giornale nazionale che quelle pubblicate sull’uso e consumo del Viagra a spese della Cassa erano invenzioni, leggende metropolitane, piu’ semplicemente scemenze. È evidente che non vorrei un ritorno della leggenda questa volta in chiave rosa. Ma in realtà il rischio e’ ben più complesso e riguarda tutti, iscritti e non iscritti alla Casagit. La caccia alla molecola della felicità continua, il Prozac ha trasformato anziani tranquilli con gli acciacchi del tempo in anziani sorridenti, iper cinetici e con gli acciacchi del tempo. Il sogno di chi amministra una multinazionale del farmaco e’ sostanzialmente quello di riempirci le tasche di pillole di tutti i colori e per tutte le evenienze. Mi sono pestato il dito col martello? Pillola verde bandiera, anestetica, antidepressiva e con effetto “sorriso”. Mia moglie mi ha lasciato? Pillola euforizzante, eccitante con effetto antiforfora e anticaduta, elimina anche peli superflui e capelli bianchi. Dimenticare la Fornero e la sua creativa produzione di esodati? Pillola beige, costa cara e la mutua non la passa, ma produce un effetto scotoma che cancella automaticamente la faccia della professoressa dai ricordi e alla parola “pensione” fa scoppiare in una risata incontenibile. Infine voglio fare l’amore? O trovo qualcuno che mi invita a una serata elegante oppure mi “bombo” con la pastichetta blu o rosa, a seconda… e mi sembra già di stare meglio. Che favola questa vita in pillole, peccato che il dito della martellata sia diventato blu… Sembra un grande Viagra dolente.