“Il governo già a rischio” scrive il Giornale di famiglia. E giù la rappresentazione dello statista preoccupato, il solito Silvio Berlusconi, che “ora vede nero: così non si supera l’estate”. La notizia è che ieri, disciplinati o rassegnati, Senatori e Deputati hanno messo a capo delle Commissioni Parlamentari tutti i nomi designati da un modestissimo accordo tra i capi gruppo, cioè tra i partiti. Tutti tranne uno, l’ex magistrato Nitto Palma, secondo i giornali amico di Previti e Cosentino, di certo punta di diamante nella guerra che la Destra ha condotto per anni per disarticolare il sistema giustizia in Italia. Lo ha indicato Berlusconi in persona: “O lui o salta il governo”, Spiega Il Fatto Quotidiano. “La battaglia della giustizia”, Repubblica. ”La giustizia torna a dividere”, Corriere della Sera. E “tensione sulla giustizia”, La stampa. Due volte si è votato ieri e per due volte i rappresentanti del Pd nella Commissione Giustizia del Senato non ce l’hanno fatta a votare Nitto Palma. Oggi saranno chiamati a votare ancora.
Che succede? Propongo come chiave l’intervista di Cazzullo a Giuliano Amato, sul Corriere parla d’altro. Si dei veti sul suo nome e dell’amarezza del “dottor sottile”, ma già dal titolo si coglie l’anatema implicito contro chi non ha stomaco per ingoiare tutto, proprio tutto. “Parlamento di studenti fuoricorso…..ora i politici si formano su Twitter”. C’è del vero, naturalmente. La rete, i post, i cinguettii rischiano di sostituire, malamente, quel rapporto con gli elettori che il parlamentare ha perduto. Noi, “nominati” con la legge “porcata”, diventiamo sensibili, troppo sensibili, a quel particolare, parziale e probabilmente infedele termometro dell’opinione pubblica che ci arriva a ogni ora direttamente su tablet o cellulare. Così saltano i tempi della politica, si mettono a rischio riti e mediazioni per timore della disapprovazione virtuale. E’ un problema, ma come si fa a non vedere la trave, e cioè i guasti che una legge elettorale e illiberale e la trasformazione della politica in spettacolo televisivo hanno provocato nel Paese?
Uno studioso di lungo corso, il professor Sartori, oggi avverte “Attenti al trappolone”, “Berlusconi sostiene il governo Letta finché gli farà comodo”. Ha bisogno di un po’ di tempo per umiliare il Pd e isolare il Movimento 5 Stelle, vuole incassare la cancellazione dell’IMU, e subito dopo, al voto! Con la legge elettorale che più gli conviene, quella attuale, e un immutato assetto del potere (e del controllo) televisivo. La “Convenzione per le riforme”, spiega Sartori, serve appunto a questo. A menare il can per l’aia, a eludere il monito dello stesso Napolitano: si cambi il “porcellum”. Peccato, non c’è stato tempo, dirà il Caimano. Presidente, è stata colpa loro, non hanno votato i miei, non sono stati ai patti, studenti fuori corso, succubi di Grillo.
Reagiremo? Ieri ho partecipato a due iniziative molto interessanti. Una riunione di “Riparte il futuro”, la richiesta di leggi urgenti contro corruzione, concussione, falso in bilancio, voto di scambio, auto riciclaggio. A Palazzo Giustiniani, cioè al Senato, un Luigi Ciotti in gran forma ci ha chiesto di passare dal “no al noi”, dalla denuncia dello schifo, all’assunzione di responsabilità. In prima fila ad ascoltarlo e a condividere, Laura Boldrini e Piero Grasso. Ma dopo aver citato il cardinal Martini e Papa Francesco, don Ciotti ha lasciato cadere: “e mi raccomando, la prossima volta non mandate all’estero a rappresentarci qualcuno che ha processi per mafia” (si tratta del Senatore D’Alì). Responsabilità e coerenza!
Il secondo appuntamento, presso la casa editrice Laterza, un seminario su “partiti, stato e società”. Ripartire dai diritti, chiede Rodotà. Rompere “l’equilibrio tra potere dei partiti e mantenimento di uno stato arcaico” spiega Barca. Riuscirà un prete coraggioso, ce la faranno questi intellettuali che si buttano in politica, quando i professionisti della politica hanno disertato, a farsi ascoltare dai cittadini e, per cominciare, dalla sinistra? Diamoci una chance. Pensiamo positivo.