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Siria-Turchia, il confine scomparso

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I numeri sono impressionanti. I campi profughi per siriani in Turchia sono 17, gli ospiti regolarmente assistiti sono 400mila, più molti altri sistemati in villaggi e abitazioni private. L’investimento turco sin qui è stato di circa 750 milioni dollari, l’aiuto ricevuto dalle agenzie umanitarie internazionali pari a 100 milioni dollari.

I profughi siriani sono quasi tutti sunniti, ovviamente, mentre la provincia frontaliera siriana, Hatay, ha una larga percentuale di popolazione alevita, cioè dello stesso ceppo degli alawiiti, il gruppo di riferimento di Assad e del suo regime. Questo ha causato tensioni e proteste, con Ankara che per ovvi motivi impedisce l’ingresso di nuovi profughi finché non ci siano disponibilità certe nei campi profughi. Questo ha creato una massa di indigenti, calcolato in almeno 100mila persone, che vivono in indicibili condizioni sul versante siriano del confine.

Damasco ovviamente non consente l’ingresso di alcuna organizzazione umanitaria sul suo territorio, aggravando l’emergenza umanitaria. Una tragedia che, considerati anche i brutali e indiscriminati bombardamenti del regime sui centri abitati siriani, si calcola che presto riguarderà almeno 300mila persone lungo il confino-siriano.

Ovviamente Ankara ha dovuto sostenere un rilevante esborso economico, un cospicuo rischio sociale, e tensioni etnico-religiose, oltre ai traffici che queste circostanze ovviamente comportano.

Non essendo immaginabile una rapida soluzione del conflitto, che ormai ha trasformato la Siria in un contenitore frantumato, la Turchia appare chiamata a una nuova sfida: divenire il promotore di un nuovo accordo umanitario, capace di portare assistenza in tutto il nord della Siria. Ankara ha subito un durissimo colpo dall’esplosione siriana, perdendo la sua principale via di commercializzazione dei suoi prodotti verso il mondo arabo. Ha risposto con generosità, ma ora, vista l’indifferenza occidentale, deve ragionare il termini di “attore regionale” e non di “potenza sunnita”.

Ilmondodiannibale.it


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