“L’Anac – Associazione Nazionale Autori Cinematografici – chiede che sia concesso il vitalizio previsto della legge Bacchelli per il socio Giuseppe Ferrara regista e sceneggiatore, che si trova a vivere in una situazione di grave precarietà di salute, appesantita da un contesto di scarsa consistenza economica (percepisce una modesta pensione ed è colpito da sfratto esecutivo), condizioni che non gli permettono più di svolgere decorosamente la propria vita quotidiana. Ferrara è autore di pregevoli film che hanno sempre trattato temi di rilevante interesse sociale”. A scriverlo è il presidente Ugo Gregoretti, in una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio dei Ministri.
“Tra le opere più note si ricordano “Cento giorni a Palermo” (1984), “Il caso Moro” premiato a Berlino con l’Orso d’argento (1986), “Giovanni Falcone” (1993), “Segreto di stato” (1995), “I banchieri di Dio – Il caso Calvi” (2002), “Guido che sfidò le Brigate Rosse” (2005), che hanno riscosso un vasto consenso di pubblico e di critica. Ha realizzato inoltra programmi radiofonici sulla cinematografia, pubblicato saggi sui registi Luchino Visconti e Francesco Rosi. È stato anche docente di regia presso la facoltà di “Scienze della Formazione” dell’Università di Perugia, per il corso di “Scienze e tecnologie della produzione artistica”. Confidiamo, signor Presidente, che lei accolga la nostra richiesta per dare a un validissimo autore la possibilità di sopravvivere in condizioni di decoro e di tranquillità tali da permettergli almeno di continuare la sua attività di narratore”.
Articolo21 aderisce con convinzione all’appello lanciato dall’Anac. Tra le adesioni Giuseppe Giulietti, Tommaso Fulfaro, Stefano Corradino e i registi Giuliano Montaldo ed Enzo De Camillis