Una ragazza tunisina, giovane e ribelle, sta portando avanti con coraggio e quasi da sola la rivoluzione nella “nuova” Tunisia, battendosi per il riscatto delle donne. Ormai è famosa, la conoscono in tutto il mondo dopo le provocazioni con il gruppo Femen. Si chiama Amina Tyler, non ha neppure vent’anni, e ieri è stata arrestata in una manifestazione contro i salafiti nella città santa di Kairouan. L’accusa è di aver esposto uno striscione femminista accanto alla moschea, per il governatore di essersi addirittura messa a seno nudo. Ma non è vero: il video lo smentisce. L’unica provocazione, secondo gli estremisti, è di mostrarsi troppo “occidentale”, con i capelli biondi cortissimi. C’è pure chi dice che ha imbrattato i muri con scritte inneggianti alla riscossa femminile. Molto probabilmente però si è trattato di un arresto “preventivo” e forse anche un tentativo di proteggerla dalla folla che sempre più minacciosamente l’accusava di non essere “una buona musulmana”.
Tutto è nato da una manifestazione del gruppo salafita Ansar Al Shariah (partigiani della sharia) dopo il divieto del governo di riunirsi. Ci sono stati scontri violenti con molti feriti e un giovane morto, Moez Dahmani, mentre sono gravi un altro manifestante e un agente di polizia. Il premier Ali Larayedh ha accusato Ansar Al Shariah di essere “un’organizzazione illegale che ha legami ed è coinvolta nel terrorismo”. Una risposta così robusta da parte delle forze di sicurezza non si vedeva dal 2011, cioè dall’anno delle rivolte che portarono alla caduta del presidente Zine El-Abidine Ben Ali, che era a capo di un forte Stato di polizia. Il leader di Ansar Al Shariah, Seifallah Ben Hassine, è ricercato per il suo coinvolgimento nell’assalto dello scorso settembre all’ambasciata degli Stati Uniti a Tunisi e i suoi seguaci sono stati accusati di diversi attacchi ai danni di gallerie d’arte, stazioni di polizia e cinema. Sin dalla caduta di Ben Ali, giunta con la prima rivolta della Primavera araba, i salafiti sono diventati sempre più aggressivi nel predicare la loro interpretazione conservatrice dell’islam.
L’anno scorso la conferenza di Ansar Al Shariah a Kairouan ha attirato circa 4mila partecipanti e a prevalere è stata una retorica impetuosa, con dimostrazioni di arti marziali e uomini a cavallo che brandivano spade. Il governo, guidato dal partito islamico moderato Ennahda, è da tempo accusato dall’opposizione di non avere preso una posizione ferma sugli attacchi da parte dei salafiti contro quelli che per i musulmani ultraconservatori sono gli aspetti sacrileghi nel Paese. La retorica combattiva di Ansar Al Shariah, tuttavia, sembra avere compattato il Paese contro il gruppo stesso. La recente scoperta di militanti legati ad al-Qaeda nelle montagne lungo il confine con l’Algeria ha ulteriormente allarmato i cittadini. E’ la lunga e difficile strada della Tunisia verso la pacificazione.
Il video dell’arresto di Amina: http://www.youtube.com/watch?v=YRAbYI0aXfk&feature=share