Si svolgerà il 25 maggio ad Assisi la Prima Marcia per la salute, l’aria, il cibo, l’acqua, la terra puliti che avrà per tema principale l’opposizione alla proliferazione degli impianti a biomasse e biogas. Un appuntamento che fa crescere un movimento spontaneo contro tutte le forme di nocività ambientale e contro l’eolico selvaggio, l’incenerimento in varie forme dei rifiuti, il persistente massiccio utilizzo di pesticidi.
La proliferazione degli impianti a biogas e biomasse, sostenuta da super-incentivi, è senza freni. Si adatta spregiudicatamente alla rimodulazione delle tariffe per spuntare profitti speculativi strumentalizzando e distorcendo concetti nati per promuovere la sostenibilità: “filieracorta”, “rinnovabilità”, cogenerazione”.
La prospettiva di guadagno elevato e sicuro allenta ogni freno inibitore e si calpestano leggi fondamentali, i diritti alla salute, alla sovranità alimentare, alla sicurezza e al libero esercizio delle attività economiche. Si spingono le amministrazioni locali a scelte contrarie al bene dei cittadini.
La crescita senza regole di impianti a biomasse e al biogas rappresenta oggi una delle principali emergenze sul fronte della tutela della salute e dell’ambiente. Contrastarla significa agire allo snodo dei principali problemi ecologici e sociali del nostro tempo: quello della gestione dei rifiuti (che con le biogas e le biomasse assume la dimensione di uno smaltimento diffuso e incontrollabile), della qualità dell’aria (compromessa da nuove fonti di combustione diretta e indiretta), della qualità e della sicurezza della produzione agricola (minacciata dalla concorrenza drogata delle agrienergie e dalla ulteriore sottrazione di
superfici destinate alla produzione di cibo).
Sono valori fondamentali quelli in gioco. Tanto fondamentali da costringere a ripensare dalle fondamenta la stessa azione collettiva, mettendo al centro i beni comuni.
I beni essenziali che un modello di sviluppo tutt’ora improntato ad industrialismo e consumismo (verniciati a volte di verde) mette a repentaglio per poi monopolizzarli: l’acqua pura, l’aria, la terra che deve continuare a dare pane e non può essere avvelenata o isterilita.
La forza dei tanti comitati sorti su questi temi, sui vari aspetti della nocività ambientale ma, soprattutto, sul tema specifico delle biomasse e del biogas sta in questa consapevolezza dei valori essenziali in gioco: valori ambientali ma al tempo stesso di immediata e profonda valenza sociale.
Le “centrali” calano all’improvviso, spesso senza alcuna informazione preventiva, su piccole e piccolissime comunità dove la gente non ha ancora perso del tutto il contatto con i valori della civiltà contadina. Quando si presentano le caratteristiche delle centrali l’informazione è carente e manipolata.
Tutte circostanze che tengono lontano gli ideologismi e aiutano a costruire un movimento dai connotati nuovi, ispirato alla dimensione sociale, comunitaria dell’iniziativa ecologica, quella a cui fanno riferimento anche importanti e coraggiosi documenti del magistero cattolico.
Con questi presupposti movimento capillare che si è costituito attorno all’obiettivo del contrasto della proliferazione delle centrali a biogas e biomassa è solo in minima parte costituito di militanti. Lo animano in larga parte persone che non si sono mai impegnate direttamente in politica o nei movimenti in cui ci sono mamme, famiglie, anziani.
Forte è la determinazione di gente che difende qualcosa di molto concreto, qualcosa che ravviva il legame con gli altri, qualcosa per cui è disposta a fare sacrifici e a lottare, ma sempre in modo pacifico. Lo testimoniano gli oneri pesantissimi di ricorsi al Tar che i Comitati si sono assunti sostituendosi alle istituzioni con azioni per il rispetto della legalità ed eseguendo di propria iniziativa e a proprie spese quelle valutazioni di impatto che la normativa ha aggirato.
Da oltre un anno i comitati Terre Nostre di tutta Italia hanno maturato l’idea di una iniziativa pubblica ad Assisi. Gli obiettivi della manifestazione e la natura dei Comitati trovano una corrispondenza immediata e al tempo stesso profonda con la città di Francesco e al suo insegnamento che incita alla salvaguardia del creato.
Gli obiettivi della marcia sono semplici: richiamare l’attenzione di una classe politica (ma anche di media nazionali) molto “distratti” rispetto a problemi che pur senza la drammaticità di realtà come l’Ilva di Taranto assumono nel loro insieme – nonostante la scarsa visibilità di un impatto “diluito” su quasi tutto il paese – un peso non certo minore creando anche uno stillicidio di situazioni di conflitto che azzera la residua fiducia dei cittadini nelle istituzioni pubbliche locali e centrali.
Ai politici, agli amministratori, alle lobby, ai media chiaramente schierati con gli interessi finanziari (in gioco ce ne sono parecchi e di prima forza) si vuole far intendere che le mille voci dei tanti Comitati sono singolarmente flebili ma possono unirsi in una voce possente.
Non siamo più disposti a veder calpestati diritti costituzionali e i fondamentali presupposti della convivenza e pertanto utilizzeremo tutte le forme di iniziativa democratica per ottenere: Drastico ridimensionamento degli incentivi per la produzione elettrica da biogas e biomasse destinata alla immissione in rete indipendentemente dalla taglia degli impianti; Applicazione della valutazione ambientale degli effetti cumulativi anche agli impianti di pur ridotta potenza; Verifica stringente e su più adeguati criteri dei bilanci energetici e dei criteri di sostenibilità e requisiti di filiera corta delle fonti energetiche utilizzate; Verifica dell’impatto sui sistemi agricoli locali e più stringenti criteri di esclusione delle aree di produzioni tipiche, di pregio paesistico, a vulnerabilità ambientale e idraulica; Valutazione del bilancio della sostanza organica dei suoli ed esclusione preventiva delle aree caratterizzate da maggior gravità del problema della scarsità di sostanza organica; Esclusione senza eccezioni delle aree con qualità dell’aria compromessa; Rispetto di distanze dalle abitazioni e dai centri abitati tali da prevenire qualsiasi conseguenza per la sicurezza, la tranquillità e la salute; Verifica della compatibilità delle centrali entrate in esercizio rispetto a gravi impatti su salute e ambiente ai fini del loro ridimensionamento, modifica o disattivazione.
Coordinamento Nazionale Terre Nostre No biogas-No biomasse
Fonte: https://sites.google.com/site/coordinamentoterrenostre