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Parlamento Europeo: difendere indipendenza giornalisti

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Ai Ventisette si chiede di promuovere il giornalismo investigativo, arrestare la precarizzazione, limitare l’ingerenza della politica, depenalizzare la diffamazione

L’assemblea parlamentare di Strasburgo ha espresso una forte preoccupazione per l’indebolirsi della funzione di controllo propria della stampa e ha lanciato ai governi e alle assemblee legislative dei 27 Stati membri un richiamo a invertire la rotta per segnare una netta separazione fra media e politica.

Questi i punti principali. Difendere l’indipendenza dei giornalisti dalle pressioni interne (di proprietari ed editori) e da quelle esterne (del potere economico, politico, governativo). Promuovere il giornalismo investigativo e i valori dell’etica professionale. Rivedere la direttiva sui servizi audiovisivi, adattandola per far fronte ai processi di concentrazione e al fenomeno dei conflitti di interesse. Monitorare con cadenza annuale le leggi sui media varate dagli Stati membri attraverso Commissione Ue, Agenzia per i diritti fondamentali di Vienna e Istituto universitario europeo. Approvare leggi in grado di impedire alla politica di controllare le nomine dei vertici delle aziende pubbliche e private di comunicazione e media: direttori, garanti e membri dei consigli di amministrazione devono essere indipendenti.

E ancora: fronteggiare la precarizzazione crescente dell’attività giornalistica, con l’indebolimento delle garanzie tradizionalmente garantite ai lavoratori. In questo senso agli Stati viene chiesto di privilegiare la contrattazione collettiva del lavoro aprendola al maggior numero possibile di giornalisti, anche a quelli che lavorano in piccole redazioni o con contratti a tempo.

Sottolineata anche la necessità di depenalizzare, laddove non sia già stato fatto, il reato di diffamazione a mezzo stampa.

Il Parlamento Europeo ha chiesto questo e molto altro con una risoluzione approvata a netta maggioranza (539 sì, 70 no e 78 astenuti) il 21  maggio a Strasburgo. La risoluzione non legislativa, elaborata dalla parlamentare romena Renate Weber, segnala un aumento della preoccupazione per i tentativi di limitare la libertà di informazione nei vari Paesi. Alla base della discussione c’è stato il caso ungherese: dal 2010 il governo del presidente Viktor Orbán è riuscito a far approvare delle modifiche alla Costituzione (esempi qui e qui) che limitano la libertà di stampa.

LEGGI il testo della risoluzione
European Parliament reaffirms principles, but action lacks – Committee to Protect Journalist (CPJ)

OSSIGENO


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