Eppur si muove. A guardare la recente attività del Dap dell’ultima fase ( parliamo di mesi) si potrebbe tranquillamente affermare che un’accelerazione, in positivo c’è stata e i frutti si cominciano, in qualche misura a intravedere. Dopo l’annunciata istituzione dei circuiti regionali ( i cui lavori dovrebbero essere a pieno regime in questa fase) è stata presentata oggi l’agenzia nazionale legata al progetto Sigillo. Un esperimento assolutamente nuovo nel panorama nazionale ed europeo e che per la prima volta inquadra il carcere in un’ottica di genere guardando a quel mondo recluso che si declina al femminile. Un mondo a se all’interno di un luogo, sostiene la direttrice della neo agenzia Luisa Della Morte, “pensato dagli uomini per gli uomini” e che vede dunque le donne doppiamente marginalizzate. Il progetto nasce per loro, per permettere alle donne detenute di intraprendere un’attività lavorativa all’interno del carcere sfruttando le potenzialità già possedute o imparando i trucchi di un nuovo mestiere, legato a doppio filo al mondo della moda e del design e che dall’esempio positivo di esperienze no profit ( già attive) punta al profit ovvero concrete possibilità di lavoro per le oltre 2mila detenute delle carceri italiane. Esempi positivi dicevamo come quello del marchio Made in carcere, un progetto avviato nel 2007 da Luciana delle Donne, oggi responsabile dell’area commerciale e stile prodotto di Sigillo, che ha permesso a numerose detenute delle carceri di Trani e Lecce di cimentarsi col mondo del lavoro e della creatività a partire da materiali di riciclo e scarti di tessuto, ottenendo uno stipendio fisso con regolare assunzione.
Da quell’esperienza la sfida è ora cercare di allargare un modello di best practice ad altri 10 istituti, quelli che al momento hanno deciso di aderire al progetto nato 4 anni fa e che per funzionare ha bisogno di poche semplici cose: laboratori sartoriali che in molti casi già esistono dentro i penitenziari e dei committenti che necessariamente devono venire dal mondo extra-carcerario.
E, in questo senso l’appello del capo del Dap Tamburino e del suo vice Pagano, è forte e chiaro: “il mondo esterno (la società civile, l’imprenditoria, gli enti locali…) deve entrare dentro il carcere per migliorarlo e ottenere un reale recupero delle persone detenute. La vera uscita dalla cella è quando si ha la capacità di provvedere a se stessi”. Dunque l’importanza, più di una volta ribadita, del lavoro nel percorso detentivo.
Ad oggi però, dicono le cifre, i detenuti lavoratori sono solo poco più di 13mila, una percentuale irrisoria rispetto al numero complessivo dei reclusi, percentuale che potrebbe essere notevolmente sollevata se solo il privato decidesse di investire dentro le carceri, sostiene Calogero R. Piscitello Direttore Generale detenuti e trattamento .
Eppure il lavoro in carcere non solo rende in termini sociali ( abbassamento del tasso di recidiva, miglioramento generale delle condizioni di vita) ma in molti casi, come ricordato da Piscitello, ha già dimostrato di saper produrre eccellenze vere e proprie, un caso su tutti: i panettoni prodotti nel carcere di Padova e giudicati tra i migliori in commercio.
A dimostrazione di come il carcere oltre alle zone scure che pure ci sono e vanno raccontate, è anche altro, sono anche i piccoli tentativi i progetti a volte isolati, a volte brevi che cercano di sperimentare soluzioni differenti seguendo il dettame che la pena deve essere votata a rieducazione e a reinserimento sociale.
Aspetto non sfuggito al capo del Dap che lancia così un nuovo invito ai mezzi di informazione: “ Un’informazione completa e corretta sul carcere è quella che da conto anche delle cose positive che si fanno e non si ferma la solo dato del sovraffollamento.”
Per ora non rimane che attendere e vedere cosa ne sarà di questa nuova avventura che vede già coinvolte sei coop sociali: Alice, Camelot, SIR (Milano); Uno di Due (Torino); Officina creativa e 2nd Chance (Lecce)… per 10 istituti: Brescia, Como, Monza, Venezia, Genova, Bologna, Roma, S.M. Capua Vetere, Castrovillari, Catania.
Per info e approfondimenti: www.progettosigillo.it