Chissà se quel “vergogna Comune di Roma” strillato da circa duecento ragazzi, tutti bengalesi, su viale Manzoni in una mattinata di pioggia è riuscito ad arrivare fino alle orecchie del sindaco Alemanno questa mattina. Chissà se qualcuno, passando distratto si sarà chiesto e avrà anche cercato di capire: “ma che sarà mai?” di fronte a quei cartelli levati con su scritto “Vogliamo vivere in Italia, studiare e lavorare…”
Questa storia l’avevamo già raccontata qualche mese fa, ed era una storia che parlava di minori stranieri non accompagnati ospitati nei centri d’accoglienza, in gran parte di nazionalità bengalese. Su quei minori il Comune aveva deciso di intraprendere un’azione di verifica a campione per verificarne la reale minore età: qualcuno era finito a Ponte Galeria e ne era uscito, qualcun altro per strada senza più protezione… c’era stata però anche la reazione convinta dei ragazzi ospitati e delle associazioni volontarie che li seguono e per qualche settimana le acque si erano calmate, fino a pochi giorni fa quando i controlli sono ripresi.
A farne le spese, in maniera pesante, gli stessi tre ragazzi finiti a Ponte Galeria all’inizio di questa storia, che tornati al centro vengono richiamati due giorni fa al Dipartimento Politiche Sociali per “notifica atti”, l’esame effettuato all’ospedale del Celio è valido, i tre ragazzi ( compreso quello fatto uscire per primo dal Cie perchè per i medici era visibilmente molto giovane) sono maggiorenni come risulta da quella visita quindi devono tornare a Ponte Galeria dove adesso si trovano.
Il caos e la paura si diffondono di nuovo all’interno dei vari centri per minori e i ragazzi rispondono di nuovo con la mobilitazione davanti al Dipartimento delle politiche sociali. Lo hanno fatto questa mattina, mentre una piccola delegazione veniva ricevuta dal direttore del dipartimento stesso. Una manifestazione pacifica e ordinata, su due file disposte ai lati del marciapiede per non intralciare il passaggio dei pedoni, ordinata anche nei cori strillati all’unisono.
L’incontro di questa mattina ha prodotto un nulla di fatto, il fermo a Ponte Galeria è stato confermato per due dei ragazzi, mentre tutti gli altri non riescono ancora ad arrendersi all’idea di un’accoglienza a corrente alternata: un giorno sei minore e come tale hai diritto alla protezione, il giorno dopo rischi di finire in mezzo a una strada. Intanto c’è chi promette battaglia come l’associazione Yomigro che segue la vicenda dalla prima ora e che ha inoltrato le sue richieste al Dipartimento politiche sociali: sospensione dei controlli e apertura di un tavolo specifico sulla questione.