“Un’informazione libera e democratica è decisiva. Purtroppo in molti casi si dà spazio a notizie che non servono a nulla, che rispondono a logiche che non sono quelle di fare emergere i bisogne e le esigenze. Anche nel preparare la nostra manifestazione abbiamo incontrato una certa difficoltà, però la sua riuscita dimostra che c’è una parte sana e onesta di questo paese che non vuole abbassare la testa: credo sia importante dargli visibilità”. Abbiamo intervistato Maurizio Landini, segretario generale della Fiom, a poche ore dalla manifestazione di Roma che ha visto sfilare migliaia di persone da piazza della Repubblica a San Giovanni per “il diritto al lavoro, all’istruzione, alla salute, al reddito, alla cittadinanza, per la giustizia sociale e la democrazia”.
Sintetizziamo per punti le proposte della Fiom per il futuro del Paese.
Tutelare il reddito e il lavoro, e in questo andare oltre l’emergenza, estendendo la cassa integrazione a tutti, facendo pagare i contributi e introducendo un reddito di cittadinanza, in modo da garantire il diritto allo studio e togliere dal ricatto della precarietà tanti giovani. Ma chiediamo di incentivare anche fiscalmente le riduzioni di orario e i contratti di solidarietà per impedire in questa fase la chiusura delle fabbriche e i licenziamenti. Poi bisogna agire per creare nuovi posti di lavoro; per questo c’è bisogno di un piano straordinario di investimenti pubblici e privati, e le risorse vanno trovate colpendo seriamente l’evasione fiscale, inventandosi anche forme nuove di recupero di soldi, a partire da un diverso uso dei fondi pensionistici integrativi, che sono soldi dei lavoratori e delle imprese.
E’ un appello al governo? E di che governo abbiamo bisogno?
Un governo che anziché pensare a come ridurre l’Imu per tutti, affronti invece il problema di tassare la ricchezza, non solo quella patrimoniale ma anche quella legata alla rendita finanziaria, perché oggi il tema dei temi è la ripresa degli investimenti anche per un nuovo modello di sviluppo, perché si creino posti di lavoro. Per far questo bisogna cambiare le politiche del governo Monti e del governo Berlusconi, e fare una battaglia per un’Europa davvero solidale. Noi abbiamo posto questi temi, non so se il governo, troppo condizionato da Berlusconi, è in grado di poterlo fare, ma se non si fa questo non usciamo dalla situazione drammatica che stiamo vivendo.
C’è un deficit di democrazia nel Paese?
E’ assolutamente indispensabile riportare la democrazia nel paese e nei luoghi di lavoro. C’è assoluto bisogno di una legge elettorale nuova e, immediatamente, di una legge sulla rappresentanza che dia di nuovo il diritto a chi lavora di scegliersi i sindacati e di poter votare i propri contratti.
Quanto è importante una informazione libera affinché si discuta seriamente dei temi del lavoro?
Un’informazione libera e democratica è decisiva. Purtroppo in molti casi si dà spazio a notizie che non servono a nulla, che rispondono a logiche che non sono quelle di fare emergere i bisogne e le esigenze. Anche nel preparare la nostra manifestazione abbiamo incontrato una certa difficoltà, però la sua riuscita dimostra che c’è una parte sana e onesta di questo paese che non vuole abbassare la testa: credo sia importante dargli visibilità.
La libertà di informazione é uno dei principi primi della Costituzione. E’ dalla carta costituzionale che si deve ripartire?
Certamente. Non a caso noi vogliamo essere parte del paese che non solo vuole difendere la Costituzione ma vuole battersi per praticarla. La Fiom, e il sottoscritto, sarà presente il 2 giugno a Bologna alla manifestazione lanciata, anche dal nostro palco, da Rodotà, da Libertà e Giustizia, da Zagrebelsky; perché in questa fase, non solo è inaccettabile chi pensa di cambiare la Costituzione peggiorandola, ma oggi il vero obiettivo è applicare la Costituzione in tutti i suoi punti proprio per garantire il diritto alla salute, al lavoro, all’istruzione e anche il diritto ad una libera informazione.
L’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge è uno dei vostri temi importanti. Una legge sul conflitto d’interessi in questo contesto rientra tra le priorità?
Si sarebbe dovuta fare da vent’anni. Non averla fatta ha messo in ginocchio l’Italia.