Giovani studenti e associazioni insieme per una due giorni di musica, parole e arte contro le mafie. Accade a Roma presso l’ex sede della CGIL all’iniziativa organizzata da Libera. Due giorni in cui la cultura e i giovani sono stati protagonisti. Fra presentazioni di libri, momenti musicali, dibattiti e video proiezioni si è svolta questa “festa” di impegno e incontro per una comunità alternativa alle mafie. Non solo un momento per “fare” ma anche per “raccontare” in presa diretta emozioni, pensieri e fare i “reporter” per un giorno. Riceviamo e pubblichiamo, dunque, il primo report realizzato da Veronica Valente e Anna Di Nunzio, in rappresentanza del Liceo Scientifico Bruno Touschek (Grottaferrata)
Il 27-28 maggio 2013, presso l’ex Cgil di Roma in Largo Ascianghi si è tenuto il doppio appuntamento con “In festa contro le mafie” organizzato dall’associazione LIBERA (associazioni, nomi e numeri e numeri contro le mafie). Durante il primo giorno, oltre all’attività svolta dagli stands delle associazioni collaboratrici quali VALORIzziamoci, attiva sul territorio con lo scopo di promuovere la cultura del valore tra i giovani con un equipe di psicologi e antropologi; la UISP, socialmente attiva in ambito sportivo con “lo sport per tutti”, ed il progetto “pace per il Messico” contro il narcotraffico; l’associazione ha posto l’accento su due importanti temi di attualità: il gioco d’azzardo ed il “signoraggio” bancario.
Azzardopoli. Il primo tema è stato affrontato tramite la presentazione del libro “Azzardopoli 2.0″ da parte dell’autore Daniele Poto, veloce ma esaustiva, che, attraverso esperienze e numeri, ha analizzato quella che, soprattutto negli ultimi anni di crisi economica, si presenta come una delle principali piaghe sociali del nostro paese: l’azzardo. Questo “gioco” di pura casualità che più che allenare la mente e il fisico (com’è proprio di un gioco) allena il portafoglio a svuotarsi, si è infatti guadagnato un posto tra le 4 possibili dipendenze dell’uomo medio con tabacchi, liquori e droghe leggere; gli è tuttavia riservato un trattamento diverso dai tabacchi e dalle droghe, trattate con ostilità e proibizionismo, essendo continuamente pubblicizzato con frequenti spot televisivi e radiofonici (l’anno scorso la lottomatica ha avuto a disposizione 2 milioni e 700mila euro) e promosso dalla presenza sul territorio di oltre 8500 sale giochi. Ciò si spiega facilmente alla scoperta che il fatturato totale del gioco d’azzardo nel 2012, tra legale e illegale, è stato di 103 miliardi (88 miliardi quello legale e 15 quello illegale). Questo esteso sistema è infatti una delle principali arterie d’affluenza economica per le mafie che si sono rafforzate sul territorio anche grazie al boicottaggio di molte slot machines, che rappresentano il 57% del sistema, è emblematica in questo caso la frase dell’autore che scrive in copertina “quando il gioco si fa duro…le mafie iniziano a giocare”. Un altro aspetto fondamentale affrontato da Poto è stato il riscontro sociale prodotto dal gioco d’azzardo nella sua estensione a livello patologico: su 59 milioni di italiani 34 milioni giocano o hanno giocato, di questi, 2 milioni sono a rischio compulsivo e 800mila soffrono di ludopatia; inoltre tra i giocatori si contano 2 milioni di minorenni di cui il 12% undicenni, questo fenomeno interessa quindi un italiano su 6 contando tutte le famiglie che indirettamente sono vittime del gioco. Questi dati inquietanti non fanno altro che avvalorare la tesi di contenimento portata avanti dall’autore tramite una moratoria sui giochi e la devoluzione dell’1% del fatturato per la cura dei casi patologici, diventata di competenza del servizio sanitario nazionale con il decreto legge Balduzzi del 2012 ma non applicabile per mancanza di finanziamenti, si tratta appunto di contenimento e non di proibizionismo, in quanto, come argutamente osserva Poto, questo avrebbe un esito controproducente.
Finanza etica. Nella seconda parte della serata la sala conferenze dell’ex GIL è stata invece palcoscenico dello spettacolo/lezione di educazione finanziaria ideato da Antonio Cajelli (educatore finanziario) e Massimo Malpignano (Avvocato di diritto finanziario), che con una piacevole forma a tratti comica hanno svelato ai presenti i segreti della questione dello spread tra btp italiani e bund tedeschi, dei finanziamenti e dei loro tassi a noi apparentemente incomprensibili come il TAN (tasso annuo nominale) e il TAEG (tasso annuo effettivo globale), per cui ad esempio non vengono concessi a volte prestiti oltre i 5000 euro, poichè oltre questa soglia i tassi si abbassano; ma soprattutto la questione dell’usura bancaria regolamentata dalla legge n. 108 del 1996 che è stata però aggirata durante gli anni dalle banche mantenendo il tasso d’interesse della non-usura al 26%. Questo è accaduto anche perchè, da come abbiamo appreso grazie a questa “lezione”, la Banca d’Italia è posseduta per il 94% da altre banche, assicurazioni e casse di risparmio, questo dato è significativo se si pensa che proprio per questo la Banca d’Italia possiede tutta la nostra vita finanziaria nella sua banca dati. Interessante è stato anche il discorso sul marketing delle aziende-banche che con stimoli e pubblicità ci invogliano a comprare i loro prodotti. Infine l’educatore Cajelli ha presentato un buon metodo per controllare le nostre finanze scrivendo quotidianamente un diario finanziario per poter sapere cosa eliminare e tenere nelle nostre uscite, e l’avvocato Malpignano ha presentato il suo libro gratuito “sdebitiamoci” per guidare il consumatore negli incomprensibili e ingannevoli cavilli del sistema bancario.
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