Inutile dire che considero Domenico Quirico un eccellente giornalista e anche un buon amico. Ho conversato con lui proprio di Siria, quando recentemente ci siamo incontrati a Tunisi. Mi raccontò dei suoi due o forse tre viaggi che aveva fatto, in quel paese. Certamente Domenico sa il fatto suo, sa cosa è giusto fare e sino a che punto rischiare. Ci siamo ricordati, in quell’occasione, del collega francese, l’amico Gilles Jaquier di France 2 rimasto ucciso da un colpo di granata. Poi la conversazione è virata sulle solite questioni professionali, la scarsa attenzione alla “continuità” del racconto delle questioni estere sui giornali come in televisione, ma anche la consapevolezza di avere il privilegio di poter continuare a viaggiare in un mondo in cui, editori e direttori, a volte sembrano pensare che si possa fare informazione sempre di seconda o di terza mano. La giornata mondiale dell’Informazione è dunque per me perfettamente incarnata da gente come Domenico Quirico e a tutti i giovani colleghi che ogni giorno sfidano consuetudini e pericoli per fare informazione di prima mano. Il mio fiocco giallo non mancherà e incrocio le dita pensando che ne uscirà anche questa volta.