Don Gallo era malato da tempo, ma la sua morte ha spiazzato quanti lo amavamo e lo stimavano. Portava con orgoglio la sua tonaca ed usava la croce per contestare i crociati. Lo faceva con la forza della parola, con la capacità di aprire la porta ,anche della chiesa agli ultimi, a quelli che altrove venivano cacciati perché diversi, per il loro credo, il colore della pelle, le scelte sessuali, gli orientamenti politici. Don Gallo non escludeva, ma includeva, ascoltava ,non si rassegnava allo spirito dei tempi, al compromesso etico, dentro e fuori la Chiesa. Per questo subì diffamazioni, aggressioni, sospensioni, ma non si piegò, continuò a testimoniare il suo vangelo, prima con le azioni, poi con la predicazione.
Allo stesso modo testimoniò la sua scelta antifascista, antirazzista, impugnando con amore la Croce e la Costituzione. Quando abbiamo avuto bisogno di Lui, anche noi di Articolo 21, lo abbiamo sempre incontrato in tutte le battaglie per la legalità e contro ogni bavaglio, perché pochi, come Don Gallo, hanno sempre detto No al regime delle oscurità, degli oscurantismi, degli integralismi di ogni natura e colore.
Un grazie da Articolo 21 per quello che ci hai regalato, un grazie per i progetti e le speranze che, attraverso il ricordo della tua vita, continuerai a disseminare.