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Genova, neanche il calcio ha avuto il buon senso di fermarsi di fronte alla tragedia

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La tragedia che ha colpito Genova ieri sera,  ricorda molto da vicino un’altra tragedia del  mare, quella della Elisabetta Montanari, nel  Porto di Ravenna nel 1987. Allora ci furono 12  morti. Quella accaduta ieri sera 7 morti e due  dispersi che si spera possono ancora essere vivi.  Perché ricordiamo la tragedia della Elisabetta  Montanari dove morirono come topi in trappola i  12 lavoratori uccisi dalle esalazioni?  Praticamente sono passati 26 anni, ma la sicurezza per i lavoratori non sembra migliorata granché.

Anzi. Tutte le notizie che ci  giungono sembrano indicare mancanze nei controlli  e nell’organizzazione. Un “mostro” del mare lungo  240 metri che si trovava dove non dovrebbe  essere. Come mai i responsabili del porto non  hanno fermato la nave che non seguiva il percorso  che doveva? Era una prassi abitudinale come quella del comandante Schettino con “l’Inchino”?  Si parla di guasti ai comandi o ad un motore  della nave. Ma com’è possibile che in una nave  enorme, improvvisamente si fermi un motore o i comandi non rispondono più? I controlli e la manutenzione  quanto tempo fa  sono stati fatti e che modo? E’ la solita Italia,  quella che non è capace d’assicurare ai propri  lavoratori né un lavoro dignitoso per tutti,  né la minima sicurezza in un luogo di lavoro. In questi anni di monitoraggio dell’Osservatorio  non abbiamo visto il più piccolo miglioramento. Si sono succeduti governi che hanno fatto di  tutto per liberalizzare sempre di più il lavoro, precarizzandolo in ogni sua forma. Inoltre si è cercato di eliminare (o quantomeno  di ridurre parecchio) anche le normative per la  sicurezza sul lavoro, in  buona parte riuscendoci  (Dlgs 106/09, che ha dimezzato le sanzioni ai  datori di lavoro, dirigenti, preposti, ecc). Adesso abbiamo Giovannini, il nuovo ministro del  Lavoro che è stato Presidente dell’Istat: un vero  esperto di problematiche lavorative. Per  lo stravolgimento delle norme del Testo  unico per la sicurezza sul lavoro (Dlgs 81/08),  voluto dall’allora Governo Prodi, dobbiamo  ringraziare l’ex Ministro del Lavoro Maurizio  Sacconi, che volse in tutti i modi il Dlgs  106/09. Un ministro che ha cercato in tutti i modi  di rendere carta straccia le normative sulla  sicurezza sul lavoro perché “appesantivano” la competitività delle aziende. Quello che nel 2010 ha voluto la  vergognosa  campagna pubblicitaria per la sicurezza, costata  al contribuente ben 9 milioni di euro, dallo  slogan “Sicurezza sul lavoro, la pretende chi si vuole bene”. Qualcuno se la ricorda ancora???Questa tragedia  tra qualche giorno sarà dimenticata, succede  sempre così, ci si scandalizza per morti  collettive e ci si dimentica che l’anno scorso i  morti sul lavoro sono stati oltre 1100 e  quest’anno solo sui luoghi di lavoro sono 166 e  si superano abbondantemente i 300 se si aggiungono i morti sulle strade. Ma 3 o 4 lavoratori che muoiono ogni giorno in  diversi punti del paese non fanno notizia. Ci si dimentica che la politica è di queste cose  che si dovrebbe occupare e non solo delle  poltrone, che sembra il primo pensiero anche degli ultimi arrivati. Neanche il calcio ha avuto il buon senso di  fermarsi di fronte alla tragedia del porto  di  Genova, dove sono morte 7 persone. La partita  Sampdoria -Catania doveva essere rinviata  assolutamente, persino i tifosi della Sampdoria  ne hanno chiesto il rinvio, ma nessuno li ha ascoltati. Il calcio non rinuncia mai al suo spettacolo : vergogna!!!

Carlo Soricelli, curatore dell’Osservatorio  Indipendente di Bologna morti sul lavoro
Marco Bazzoni, operaio metalmeccanico e  Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza-Firenze


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