Franca Rame si è spenta questa mattina a Milano e al nostro risveglio una nota di malinconia e di incredulità ha dato inizio alla nostra giornata. Quasi che le anime nobili ci sembra non debbano mai lasciarci, ma idealmente accompagnarci nelle asperità e nelle dolcezze della vita. Si è spenta una stella, ma ci ha lasciato una preziosa eredità. Era una donna forte dall’anima lieve, un’eterna ragazza sognante che l’esperienza degli anni aveva reso saggia, ma mai dura o disincantata. Che conosceva la certezza dell’amore e la fatica di preservarlo. Che dopo tanti anni e tante lotte, dentro e fuori il suo cuore grande, sapeva ancora dire del suo uomo: “Dario è il mio tutto”!
Eppure Franca Rame non è mai stata neanche per un istante “la metà di niente” né l’ombra di un grande uomo, teatrante magico e inventore di fantasmagorie di esistenza e di teatro, era soltanto una persona molto speciale, che ora avrà raggiunto le stelle, da dove potrà continuare a diffondere i suoi sorrisi luminosi e la sua ironia pungente. Per ricordarci che la vita è leggerezza, ma non è mai sottrazione di peso, e che la distinzione tra ciò che è vero e nobile, e ciò che non lo è, resta ben visibile a tutti.
E’ sufficiente solo avere gli occhi liberi e la mente immaginifica di un bambino per vedere oltre le apparenze. E saper trascrivere la realtà, come poesia, su di un canovaccio che non è solo il teatro della vita, ma la vita che si fa teatro.