Dalle iniziative per l’alfabetizzazione delle donne, ai diritti delle lavoratrici e per lo Stato sociale, fino alla realizzazione piena della cittadinanza femminile.
Di Eleonora Cirant
È la storia più che secolare dell’Unione femminile nazionale, raccontata in una mostra inaugurata il 15 maggio 2013 nella sede storica dell’Unione, in Corso di Porta nuova 32 a Milano, con la presenza dell’attrice Lella Costa, del soprintendente archivistico per la Lombardia Maurizi Savoja, della storica Stefania Bartoloni e della presidente dell’Unione Angela Stevani.
“L’Unione femminile si è costituita: per l’elevazione ed istruzione della donna; per la difesa dell’infanzia e della maternità; per dare studi ed opera alle varie Istituzioni di utilità sociale; per riunire in una sola sede le Associazioni ed istituzioni femminili”.
Così recita il manifesto che nel 1899 annuncia la fondazione dell’Unione femminile nazionale. Il documento, come gli altri in mostra, è conservato in originale negli archivi dell’Unione femminile e riprodotto nel primo dei pannelli che la compongono.
Sono, infatti, trenta i pannelli in formato manifesto della mostra allestita in modo permanente nel salone dell’Unione femminile e di cui è stata prodotta anche una copia “leggera”, progettata per essere itinerante.
Lettere, manifesti, volantini, foto, giornali, dattiloscritti e manoscritti. I documenti d’archivio riprodotti nei pannelli e il testo discorsivo che li accompagna ci riportano alle origini del movimento delle donne, cioè nel fulcro del movimento emancipazionista di primo Novecento. Quando le donne hanno cominciato ad organizzarsi per ottenere diritti sociali, civili e politici, e per ribellarsi allo sfruttamento in famiglia e nel lavoro salariato.
Ripercorrere la storia dell’Unione femminile è ripercorrere la storia del Novecento. Sotto i nostri occhi sfilano non solo il decennio emancipazionista, con le tante sedi aperte in tutta Italia. Vediamo scorrere la prima guerra mondiale, l’avvento del regime fascista, la seconda guerra mondiale e la Resistenza, la ricostruzione, il clima del dopoguerra con l’impegno culturale e pedagogico per la realizzazione della democrazia. Poi l’incontro con il movimento femminista nelle lotte degli anni Settanta. Gli anni Ottanta e l’emergere di tematiche sociali inedite come la cura delle persone anziane. L’organizzazione della memoria storica femminile e il discorso delle pari opportunità negli anni Novanta.
Fino ad arrivare, decennio dopo decennio, agli anni più recenti. L’ultimo pannello racconta cosa è oggi l’Unione femminile nazionale. Vediamo il salone pieno di adolescenti mentre partecipano ad uno degli incontri della rete “a scuola di diritti”. Quattro ragazze che parlano della ricerca intitolata “Donne oggetto in pubblicità”. Un gruppo di avvocate indiane nel cortile dell’Unione.
I mercatini organizzati dalle associazioni in difesa dei diritti umani e dell’infanzia nel periodo natalizio. I metri e metri lineari di faldoni pieni di carte conservati nell’archivio, dove sono raccolte non solo le carte dell’Unione ma anche di altre organizzazioni e di personalità. E poi gli scaffali della biblioteca, che fin dalle origini è tra gli obiettivi dell’Unione femminile. Il manifesto della fondazione dichiara infatti che l’Unione si è costituita […], con il vantaggio per le socie:
a) di avere una sede decorosa
b) una biblioteca in comune
c) una sala di lettura con giornali e riviste
d) conferenze, corsi di lezioni, trattenimenti
le socie sono divise in tre categorie (10, 5 e 2 lire annue) aventi pari diritti.
Il manifesto dichiara inoltre che
L’Unione femminile accoglie pure come soci aderenti le associazioni, istituzioni e le persone tutte che coll’opera, con un’elargizione qualsiasi, coopereranno alla fondazione e allo sviluppo della Casa dell’Unione.
E sarà proprio la Casa dell’Unione, cui sono dedicati due dei pannelli della mostra, ad ospitare le tante iniziative che si sviluppano nel corso di più di cento anni. Nel solco della tradizione riformista, apartitica per statuto, l’attività dell’Unione femminile nazionale è stata sempre caratterizzata dall’impronta sociale, come ha ricordato la storica Stefania Bartoloni nel corso dell’inaugurazione.
Se alle origini l’avventura dell’Unione è stata fortemente politica, segnata cioè dalle battaglie più audaci sul terreno dei diritti e rispecchiata nel giornale militante “Unione femminile”, la cifra che ha accompagnato la storia complessiva dell’Unione è appunto l’impegno sul terreno sociale e culturale, in cui questa secolare organizzazione vanta iniziative pionieristiche. Per fare solo alcuni esempi lontani tra loro, ricordiamo gli Sportelli indicazione e assistenza dei primi Novecento, la collaborazione con le cucine popolari degli anni Sessanta, i gruppi di auto-mutuo aiuto per i familiari di malati di Alzheimer negli anni Ottanta, gli archivi delle donne negli anni Novanta.
Trasmettere memoria per trasformare il presente. È il titolo di uno dei pannelli che riassume il senso della mostra, come ha sottolineato il soprintendente archivistico per la Lombardia Maurizio Savoja. O per dimostrare agli uomini, seguendo la suggestione di Lella Costa, che le cose le sappiamo fare bene e che se loro facessero un passo indietro forse noi sapremmo amministrare la cosa pubblica meglio di quanto abbiano fatto loro da qualche millennio in qua. O, ancora, per guardare i passi fatti e andare avanti insieme, donne e uomini consapevoli, come ha suggerito Angela Stevani nel salutare le oltre cento persone che hanno riempito il salone dell’Unione in questa occasione speciale.
La mostra è visitabile durante le iniziative aperte al pubblico, oppure recandosi all’Unione femminile previo appuntamento. L’accesso è gratuito. Potete chiamare ai numeri di telefono 026572269 e 026599190 oppure scrivere una mail a segreteria@unionefemminile.it, che potete contattare anche per avere informazioni sulla mostra itinerante.
Il catalogo cartaceo, disponibile in sede, riproduce in formato A4 i pannelli della mostra, che è pubblicata anche in formato pdf sul sito web http://www.unionefemminile.it/unione-femminile-nazionale-mostra-storica-1899-2012/