Rodotà, Bonino, Prodi, Zagrebelsky, sono, ad oggi, coloro che hanno ricevuto più consensi nel sondaggio promosso dal sito di articolo 21, al quale hanno preso parte circa 60 mila persone. Rodotà al Quirinale è anche lo slogan che ha segnato una campagna promossa dalle associazioni che fanno capo al Forum per l’acqua pubblica. In un modo o nell’altro quanti hanno partecipato alle diverse campagne per la difesa dei beni comuni e per contrastare i bavagli di qualsiasi natura e colore, senza essersi consultati e tanto meno coordinati, stanno arrivando alle stesse conclusioni e si ritrovano attorno ai nomi di donne e di uomini che credono nella Costituzione e hanno sempre anteposto l’interesse generale alla tutela dei conflitti di interesse.
Questi nomi, o almeno alcuni di questi, sono in grado di coagulare una maggioranza in Parlamento, perché riscuotono consensi sia tra 5 stelle, sia nel Pd, e persino dentro Scelta Civica. Questo è il momento per abbandonare vecchi schemi, tentazioni consociative, ricerca di relazioni pericolose, anzi mortali, con Berlusconi, e di convergere, al momento del foto, attorno a nomi di questa levatura etica e civile.
I cosiddetti saggi hanno appena depositato un rapporto che tante righe dedica alle intercettazioni e poche al conflitto di interessi, così tanto per non dispiacere troppo al cavaliere. Chi davvero invoca saggezza e moderazione, in queste ore, dovrà lavorare perché al Quirinale vada una personalità che abbia nel cuore la Costituzione e che abbia già dimostrato di saper dire no ai bavagli, alle censure, alle esclusioni sociali, agli integralismi, agli oscurantisti di qualsiasi natura e colore. Dal momento che il famigerato articolo 67 della Costituzione consente al singolo parlamentare di esprimere il proprio voto con assoluta libertà e “senza vincolo di mandato“, quale migliore occasione per onorario davvero?