“Non giustificabile”. Così la Corte europea del diritti dell’uomo ha definito, a 20 anni dall’indipendenza dell’Ucraina, l’assenza nel Paese, di una cornice legale che garantisca il diritto a dimostrare pacificamente. Lo si legge in un comunicato diffuso dalla stessa corte. La condanna è venuta sulla base di una denuncia di un attivista per i diritti umani di Leopoli, Oleksiy Vyerentsov, a cui era stato notificato un decreto che gli impediva di andare in piazza per continuare una serie di manifestazioni pacifiche contro la corruzione del sistema giudiziario. “Per quanto la Corte sia consapevole che ci può volere del tempo a un paese per stabilire la sua cornice legislativa durante un periodo di transizione come quello che l’Ucraina sta attraversando, non può concordare che un ritardo di oltre 20 anni sia giustificabile, in particolare quando un diritto fondamentale, come la libertà a dimostrare pacificamente, è messo in questione”, si legge nella decisione della corte. La corte ha condannato Kiev sulla base delle violazioni degli articoli 11 (libertà d’assemblea e associazione), 7 (no punizione senza legge), articolo 6 (diritto al giusto processo). L’Ucraina dovrà pagare al ricorrente 6mila euro.