Nel pomeriggio di ieri si è tenuto, presso una sala della Camera dei Deputati, un incontro di confronto tra i coordinatori e referenti della campagna “Taglia le ali alle armi” (www.disarmo.org/nof35) e diversi esponenti parlamentari. L’incontro viene definito “positivo” dai rappresentanti di Rete Italiana per il Disarmo, Campagna Sbilanciamoci! e Tavola della Pace – realtà promotrici della mobilitazione contro i caccia F-35 – anche in virtù della buona partecipazione sia di esponenti politici che dell’associazionismo pacifista e disarmista. All’incontro erano rappresentati i gruppi di Camera e Senato del Partito Democratico, del MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Ecologia e Libertà.
L’occasione di confronto è nata a seguito di una sollecitazione pubblica della campagna “Taglia le ali alle armi” (diffusa a metà marzo, il link è in coda a questo comunicato) che, mettendo in fila tutte le dichiarazioni in campagna elettorale di diversi leader politici (in particolare Bersani, Berlusconi, Grillo e Vendola) ha sottolineato come già oggi possa esistere in Parlamento un’ampia maggioranza contro l’acquisto dei caccia F-35. Una maggioranza per la quale, almeno stando alle dichiarazioni già ricordate, sarebbe necessaria solo una dose di volontà e che potrebbe portare fin da subito al varo di un atto parlamentare comune (sia al Senato che alla Camera) che chieda il blocco o almeno la sospensione per il progetto F-35.
Una decisione che potrebbe significare, come già accaduto in altri importanti partner del programma JSF, l’inizio di una fase di approfondimento e ripensamento della partecipazione italiana basato su dati di costo e analisi dei problemi reali (anche tecnici) del caccia. Un passaggio che attualmente in Italia manca e che quindi non è a disposizione né del Parlamento né dell’opinione pubblica. Per questo motivo i portavoce di “Taglia le ali alle armi”, insieme ai rappresentanti di molti degli organismi aderenti alle tre Reti promotrici, hanno colto l’occasione per ricordare i dati sul programma F-35 recentemente diffusi dalla Campagna: 120 milioni di euro di stima attuale di costo medio per aereo, 14 miliardi di euro di costo iniziale di acquisto (compresa fase di sviluppo) e una proiezione di 52 miliardi di euro di spesa completa di gestione dell’intero ciclo di vita del programma. Il tutto senza ottenere, nemmeno lontanamente, i ritorni tecnologici, industriali ed occupazionali da sempre favoleggiati dai fautori del caccia F-35.
La Campagna “Taglia le ali alle armi” ha sottolineato anche agli esponenti parlamentari come in questi ultimi anni sia stata la principale fonte indipendente di informazioni e dati sul caccia F-35, con stime e valutazioni mai smentite rivelatesi molto più affidabili e precise dei dati forniti dal Governo e dagli uffici del Ministero della Difesa, utilizzati in passato come base per ottenere il via libera parlamentare al progetto JSF.