La notizia è stata tenuta riservata per venti giorni, ma ora la famiglia, il giornale e la Farnesina hanno deciso di renderla pubblica per agganciare nuovi contatti. Domenico Quirico, 62 anni, inviato della Stampa è sparito in Siria dal 9 aprile. Quirico ha compiuto un percorso diverso rispetto a Ricucci e ai suoi compagni di viaggio. Proprio il giorno che stava entrando in Siria ha saputo del rapimento dei colleghi italiani ma ha subito rassicurato il giornale. “Io vado verso Homs, entro dal Libano”. E proprio da quella frontiera è entrato il 6 aprile scorso. Ha mandato un sms a casa il giorno dopo e poi un altro a un collega Rai il 9. E’ stato l’ultimo segnale. Poi silenzio assoluto. “In realtà Domenico ci aveva abituati ai lunghi silenzi – scrive il direttore Mario Calabresi – era il suo modo di lavorare, da solo e senza comunicare con il satellitare per evitare di essere localizzato. Quando è stato in Mali è sparito per sei giorni”.
Quirico, molto esperto di Africa, aveva già avuto una brutta avventura quando con altri tre colleghi italiani era stato rapito alle porte di Tripoli dalle milizie di Gheddafi, nell’estate del 2011. Dopo due giorni erano stati tutti liberati. E’ tornato in Siria per la quarta volta. La speranza a questo punto è che sia sparito volontariamente anche stavolta. Ma venti giorni sono troppi anche per un “lupo solitario”. E la Siria è un Paese troppo pericoloso per tutti, specie per i giornalisti. L’unità di crisi della Farnesina ha attivato le ricerche ma non ha ottenuto risultati.