Nell’Italia occupata dai nazi-fascisti, tra il 1943 e il 1945, la lotta di Resistenza attraversò le vite di migliaia e migliaia di donne e di ragazze. Segnandola e trasformandola. Casalinghe e intellettuali, operaie e studentesse, contadine e impiegate: chi scelse di unirsi ai partigiani combattenti, chi divenne staffetta portando su e giù per i monti armi e materiali, chi curava e vegliava i feriti, chi nascondeva i partigiani o assicurava i collegamenti, chi diffondeva la stampa clandestina, chi faceva da corriere da una formazione all’altra, chi in fabbrica chiamava le altre agli scioperi generali…
Moltissime erano giovani e giovanissime, adolescenti nate e cresciute nel regime fascista che scelsero di stare dalla parte dei diritti democratici. Pagando anche il prezzo della vita.
Per molti anni, la storia ufficiale, della Resistenza, una storia al maschile, le ha trascurate. Ma racconti orali, diari, memorie, trasmessi negli anni da quelle giovani di allora, in tutte le forme care alla narrazione femminile, in casa e fuori casa, a figlie, figli e nipoti, a studentesse e studenti, hanno mantenuto viva la loro voce. Sotto l’urto del femminismo, questa storia è diventata visibile, ed oggi la Resistenza “dalla parte delle donne” è pienamente riconosciuta, e oggetto di studi e ricerche.
Marisa Ombra è stata una di quelle “Ragazze Resistenti”, aveva quindici anni quando decise di aderire alla lotta partigiana, divenendo staffetta, e organizzando i Gruppi di Difesa Donna. Ha vissuto in prima persona tutti i grandi eventi della Repubblica, la Resistenza e la Liberazione, la Costituzione, il femminismo, gli anni Duemila. Sono migliaia e migliaia, i ragazzi e le ragazze che, da almeno mezzo secolo, continua ad incontrare nelle scuole di tutto il Paese, da nord a sud, chiamata dagli insegnati a raccontare quella sua esperienza. Gli studenti e le studentese a cui parla hanno la stessa età che aveva lei allora, quindici anni.
Marisa, qual è l’impatto del tuo racconto su questi adolescenti di oggi, quali le reazioni, i sentimenti, in loro che ti ascoltano, in te che narri?
“E’ un’esperienza forte, in tutti i sensi, un’esperienza meravigliosa, che mi dà una grande energia. Me li vedo di fronte, questi ragazzi e ragazze, attenti, curiosi. Racconto un pezzo importante di storia italiana, e la mia storia dentro quella storia. Loro vogliono sapere tutto: avevo paura? Dove trovavo il coraggio? Che dicevano gli altri, intorno a me? Come facevo?
L’immediata reazione è nella domanda che mi sento ripetere sempre, e so che in fondo è una domanda che fanno a se stessi: cosa avrei fatto io, se mi fossi trovato, trovata al suo posto? Nella stessa situazione. Avrei scelto, ne sarei stato, stata capace?
Io li rassicuro, contestualizzo la situazione; c’erano i tedeschi, i bombardamenti, le uccisioni. Dico loro: anche voi, in un contesto come quello in cui mi sono trovata a vivere i miei quindici anni, sareste obbligati a fare una scelta. L’importante è che la scelta sia libera. Coraggiosa, indipendente. Vale per tutti i momenti della vita, gli dico, perchè sarete sempre posti di fronte a scelte che richiedono valutazione, coraggio, e soprattutto conoscenza. La parola chiave è conoscenza, senza non c’è libertà. Neppure di scelta”.
Marisa Ombra, oggi vicepresidente dell’ ANPI, Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, ha scritto numerosi libri. L’ultimo in ordine di tempo “Libere sempre” è stato edito da Einaudi nel 2012. Reca per sottotitolo “Una ragazza della Resistenza ad una ragazza di oggi”. E’ il libro che Marisa commenta nelle aule con le ragazze e i ragazzi.
Ne pubblichiamo qui di seguito due brani, scelti dall’autrice, dedicandoli a tutte e tutti i giovani lettori e lettrici di women in the city, in questo 25 Aprile 2013 che celebra la lotta di Resistenza e la Liberazione dell’Italia, dacui nasce la nostra repubblica.
Un grazie particolare alla casa editrice Einaudi per la gentile concessione.