Lo scenario “migliore” sembra essere questo: esploso il Pd i democristiani del Pd, del Pdl e di Scelta Civica hanno offerto un patto a Silvio: tu vai tranquillo e sereno in pensione, i tuoi figli gestiranno senza scosse il tuo impero, la tua reputazione sarà salva, in cambio lasci a noi il governo del Paese, che lo “pacifichiamo” grazie alla costituzione di una “bad company” nella quale mettiamo i tuoi pasdaran e la sinistra, quasi intera.
Si spiegherebbe così l’uscita di scena simultanea della sinistra post comunista e della destra, ex-An ma anche i falchi di Forza Italia, e la trazione cattolico (ciellina) del nuovo esecutivo.
E’ insomma il ritorno della balena bianca, che riemerge vincente dopo il ventennio pazzesco, il ventennio di mani pulite e di Silvio.
Lo scenario “peggiore” ovviamente è quello che vede Silvio terremotare il neonato esecutivo ad ottobre, per salire di lì a breve al Quirinale. Scenario realistico, ma che sembra cozzare con il peso di una scelta: Saccomanni all’economia. Come spiegare un simile cedimento? Alcuni rispondono: con il primo scenario.
Il ventennio terribile va capito, per capire anche il sollievo che c’è in alcuni nel non vedere più i volti che ne sono stati protagonisti (una delle armi più forti dell’attuale esecutivo). E’ un ventennio cominciato con “la favola” di Mani Pulite, ma quelle piazze si sono presto trasformate nella vittoria di Silvio, che certo poco le rappresentava, diciamo così. Poi è cominciata la “guerra” tra il fronte del no a SIlvio e quello del sì a Silvio. Una divisione che ha nascosto per vent’anni le differenze, rendendo di sinistra leader di purissima destra, come Travaglio e Di Pietro. Questa guerra l’ha vinta Silvio, con l’incredibile serie di resurrezioni culminate nell’ultima, quella post-mortem intervenuta a mezzo governo-Monti.
Un paese stremato e culturalmente ridotto a qualche nome televisivo, ha doppiato il capo del ventennio di questa guerra tramortito da una crisi economica che è anche crisi culturale, distruzione di qualsiasi spiraglio di gruppo dirigente, perdita del senso di unità nazionale, pompaggio dei più bassi istinti, destrutturazione del territorio, cancellazione del Mezzogiorno.
E’ in questa situazione che si arriva alle novità politiche di questi giorni. Se il 27 aprile fosse rinata la la Dc, sarebbe davvero Moby Dick, la balena bianca che travolge la baleniera di Achab, che apparirà come il pilota di un vascello fatto di antagonismi, estremismi, rissosiità, micro-protagonismi. Sarà il simultaneo fallimento della sinistra e della destra, che all’ombra di una pacificazione “indispensabile”, renderanno alla balena bianca la centralità e il doppio forno di andreottiana memoria.
Si raccontava che Bettino Craxi ai suoi tempi parlasse con simpatia solo di Armandino Cossutta tra i leader comunisti. Ecco, se le cose andranno così Belrusconi si terrà tre foto sul comodino: quelle di Santoro, Travaglio e Grillo, con Di Pietro che fa capolino. Se invece andranno diversamente….
E’ tutto perso per la sinistra? Forse no. Non è mai tutto perso, in politica. Ma che sia l’ora di rimettersi a fare politica, questo sì.