Il Centro Pio La Torre ha espresso stamani, tramite una lettera aperta inviata al Presidente della Regione, Rosario Crocetta, al Presidente dell’Ars, alla giunta regionale, ai capigruppo parlamentari all’Ars e ai segretari dei partiti regionali, tutta la propria preoccupazione per il futuro della propria attività minacciata dall’incertezza sui fondi ad esso destinati dal nuovo bilancio regionale. “Il taglio lineare del capitolo di bilancio, deciso dalla precedente Assemblea senza alcuna selezione qualitativa – si legge nella lettera – ha messo fortemente in crisi la sopravvivenza del Centro La Torre, senza colpire la spesa inutile. Nel caso in cui la Regione voglia perseguire e rafforzare l’impegno culturale antimafia non potrà prescindere dalla storia delle associazioni antimafia e dalla loro multiforme attività educativa, editoriale, di studi e ricerca storica, sociologica, economica, giuridica, di mobilitazione popolare (l’ultima del 26 febbraio scorso con decine di migliaia di cittadini che hanno aderito alla marcia popolare antimafia Bagheria-Casteldaccia). Nel solo anno 2012 il Centro La Torre ha realizzato ben 50 iniziative sul territorio nazionale – dall’inaugurazione del Portale digitale “ Pio La Torre” presso la Camera dei deputati, presente il Capo dello Stato, alla manifestazione a Sala d’Ercole per il trentesimo anniversario dell’uccisone di La Torre e Di Salvo, dal Progetto educativo rivolto alle scuole superiori italiane, seguito in videoconferenza da oltre 9000 studenti alla pubblicazione settimanale on line di A Sud’Europa (circa 40.000 lettori), oltre tutte le ricerche scientifiche pubblicate e la molteplice attività convegnistica sui temi economici, sociologici e storici. Il Centro studi La Torre storicamente si è distinto come centro laico, non solo di memoria ma di riflessione ampia sull’intreccio affari, mafia, politica che ha condizionato la vita del Paese. Ha saputo creare sinergie con i mondi culturali delle scienze sociali, giuridiche, economiche, storiche. E’stato un lievito e una voce libera della coscienza civica antimafia”.
“Non vorremmo scomparire come centro antimafia – conclude Lo Monaco – per scelte non ponderate e fatte da un governo che dell’antimafia ne ha fatto una bandiera, spero non solo mediatica”.