Il governo del Kuwait ha approvato un disegno di legge che punisce con dieci anni di carcere e una multa fissata tra 50mila e 300mila dinari (tra 134mila e 800mila euro) chi offende pubblicamente l’emiro o il principe della corona. Il governo di uno degli stati più ricchi di petrolio al mondo ha proposto tale disegno sotto la pressione dei gruppi di opposizione islamista, nazionalisti e liberali. I dettagli non sono ancora stati resi pubblici ma i media locali hanno già pubblicato alcune indiscrezioni sul suo contenuto. Il disegno di legge propone la galera per chi insulta Dio, il profeta mussulmano Maometto, i suoi compagni e mogli, e gli altri profeti. La stessa pena si applica a coloro i quali istigano al rovesciamento del regime. Già oggi, il codice penale del Kuwait, prevede la detenzione di cinque anni per chi critica l’emiro. Inoltre il Kuwait ha già imprigionato tweeters dell’opposizione ed ex parlamentari e molti altri sono sotto processo.
La legge bavaglio del paese arabo, non verrà applicata solo ai mezzi di comunicazione tradizionali come la televisione e i giornali. Il disegno di legge estenderebbe il controllo del governo a tutti i social network compreso Twitter e Facebook, ai blog, ai giornali online che richiedono la licenza del Ministero dell’Informazione. Chi viola la legge sarà tenuto a pagare una multa fino a 200.000 dinari (oltre 500mila euro). Allo stato attuale, l’ammenda è di 2600 euro. Per entrare in vigore il disegno deve essere ancora approvato dal Parlamento e firmato dall’emiro emiro Sheikh Sabah al-Ahmad Al-Sabah.
I media si sono opposti a questo disegno di legge che descrivono come “draconiano” e chiedono al Parlamento di respingerla. “Siamo indignati dala volontà del governo di utilizzare questa legge draconiana per controllare le informazioni e limitare la libertà di espressione” ha dichiarato in un comunicato Reporters sans frontières.
“Si precisa che la libertà di informazione è una libertà fondamentale sancita dall’articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Kuwait ha ratificato questa dichiarazione e deve rispettare i suoi obblighi nazionali e internazionali “, ha continuato l’associazione. “Se adottata dall’Assemblea nazionale, questa legge costituirebbe una minaccia terribile per la libertà dei media e certamente non sarebbe un sostengo dei mezzi di comunicazione, come il ministro dell’informazione ha cinicamente affermato,” ha concluso il gruppo.