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Lo speciale “I Sud, le mafie. Le donne si raccontano” – “Per troppo tempo le mafie sono state gestite come un problema di ordine pubblico e soprattutto un problema del Sud. Abbiamo messo in campo una formidabile ipocrisia. E invece la partita vera per la democrazia del nostro Paese si è giocata in Sicilia negli anni delle Stragi”. Così Franca Imbergamo, magistrato attualmente in forza alla Direzione nazionale antimafia, al convegno “I Sud, le mafie. Le donne si raccontano” ripercorre la storia dell’antimafia nel nostro Paese attraverso alcuni passaggi decisivi per la storia della nostra democrazia.
“La Camorra, Cosa nostra e la ‘ndrangheta nascono da un humus sociale svantaggiato, certo – spiega la Imbergamo – ma sono un problema della nostra democrazia. Questo non solo perché le indagini attualmente sono proiettate al Nord e questo ci fa capire che sono presenti in tutto il Paese ma perchè negli anni ’92-’93 a Capaci e via d’Amelio, sono state al servizio di chi ha sempre tentato di minare le basi della nostra democrazia. Le mafie, in alcuni momenti specifici, sono state una struttura di servizio per poter gestire il vero potere”. Quando ci occupiamo di mafie, dunque, spiega la Imbergamo stiamo parlando “della struttura del potere”. L’angolo più “buio” e “indicibile” della nostra storia è quello; questa storia si è consumata laggiù mentre per anni hanno cercato di rimuovere questa consapevolezza rilegando le mafie ad un problema di ordine pubblico, al Sud”
La Imbergamo parla alle donne senza filtri e spiega loro “rispetto all’analisi di questo fenomeno non bisogna avere l’atteggiamento dell’entomologo, di colui che studia la criminalità organizzata come fosse un insetto, fosse altro da sé. Bisogna avvicinarsi al fenomeno per capirlo, trovare dunque “la giusta distanza” che ci permette di conoscere e combattere un fenomeno che è interno alla nostra società, che si alimenta dei nostri atteggiamenti. Che – in sostanza – è dentro la nostra realtà e non fuori. L’intervento integrale a seguire.