Non siamo e mai saremo la costola di un partito, vecchio o nuovo che sia, né una corrente sindacale, non lo diventeremo neppure ora. In questa associazione convivono, sin dalla sua origine, posizioni ideali, politiche, religiose, distinte talvolta persino distanti. La capacità di farle convivere e di farle dialogare tra di loro rappresenta per noi un fiore all’occhiello che non strapperemo. Per queste ragioni, anche di fronte al governo delle larghe intese non verremo meno alla richiesta di sempre: riusciranno Letta e i suoi collaboratori a far risalire l’Italia da quel disonorevole 57 posto attualmente occupato nelle graduatorie internazionali in materia di libertà di informazione?
Ci associamo alle valutazioni positive per la grande presenza di donne e di giovani, ma questo non modifica di un centimetro la realtà: questo esecutivo si regge sulla alleanza con il signore e padrone del conflitto di interessi, l’uomo che ha decretato gli editti bulgari, che ora vuole e pretende una nuova legge bavaglio.
Riuscirá Letta a bloccarlo e ad affrontare nodi che sono, per altro, strettamente collegati alla legge elettorale e alla questione democratica?
Staremo a vedere, ma ci sarà consentito di essere quanto meno dubbiosi e perplessi.
Al nuovo governo il compito di smentire noi e molti altri, definendo una norma rigorosa , e non aggirabile, in materia di conflitto di interessi, eliminando il controllo diretto sulle Autorità di garanzia e sulla Rai dei governi e delle forze politiche, affossando ogni ipotesi di legge bavaglio e liberando il diritto di cronaca dalla continua minaccia rappresentata dalle querele temerarie, dando una effettiva autonomia al servizio pubblico, anche in materia di risorse, utilizzando le nuove opportunità offerte dalla rete e dal digitale per promuovere autori e produttori indipendenti.
In questa direzione ci fa piacere sottolineare domenica il nuovo ministro allo Sviluppo, Flavio Zanonato, sindaco di Padova, sia sicuramente persona solida, autorevole ed estranea alle consorterie e alle logge che controllano l’universo dei media. Sarà ora interessante vedere chi sarà il vice ministro o il sottosegretario con delega alla comunicazione.
Naturalmente non coltiviamo grandi illusioni, perché é assai probabile che, proprio questo settore sia destinato a restare congelato, o comunque a subire solo modifiche che non sfiorino il perimetro del conflitto di interessi, anche perché, in questo caso, l’anomalo governo cadrebbe colpito dalla “anomalia italiana”.
Certo dal “Mai con Berlusconi” al “Quasi tutti con Berlusconi” c’é un bel salto logico e politico, speriamo che non sia anche un salto nel vuoto, per questo sarà bene tenere a portata di mano qualche paracadute.
Il nostro salvagente si chiamerà spirito critico. Quello che non ci piaceva con i precedenti governi, non ce la faremo piacere ora, tanto più che, a sostenere questa maggioranza, ci sono pure quelli che hanno regalato all’Italia quella vergognosa maglia nera in materia di libertà di informazione.
Mai come in questi giorni sarà bene non rinunciare al “vizio della memoria”, anche a costo di fare un dispiacere ad “amici e compagni”.