“Da giornalista e da sindacalista della categoria che vive nella realtà di una professione in sofferenza e di una industria in affanno, l’auspicio, oggi più di ieri è per riforme salva sistema condivise che aiutino la ripresa dell’editoria libera e rilancino il lavoro nel settore. Certo sono tante le urgenze, ma – lo diciamo sin da subito al Presidente incaricato – tra queste e non per ultime, vi sono quelle della libertà dell’informazione, delle sue autonomie morali, civili e economiche. A sorreggere queste condizioni fondamentali di libertà, infatti, ci sono un mondo del lavoro qualificato e una industria che non possono non essere considerati, perciò, strategici. Questi sono gli auguri che rivolgiamo all’On.le Enrico Letta per il compito che è chiamato ad assolvere verso il Paese.
La caratura politica e l’orizzonte di un possibile nuovo Governo guidato dall’On.le Enrico Letta dipenderanno, ovviamente, dallo stesso Presidente incaricato e dalle scelte delle forze parlamentari. Conta, comunque, che un Governo e, di conseguenza al più presto, il Parlamento possano pienamente operare per affrontare le urgenze della vita del Paese.
Confidiamo che le qualità del Presidente incaricato – che contengono un evidente segno di rinnovamento – consentano l’apertura, in tempi brevi, di una fase nuova dell’ascolto e dell’azione pubblica anche sui temi dell’editoria e del lavoro essenziale che lo sostanzia: c’è bisogno di azione pubblica condivisa e riformatrice.
Il sistema dell’informazione e le sue componenti essenziali – in primis il lavoro giornalistico e l’impresa editoriale – potranno certamente cooperare per un cambiamento utile al settore e al Paese. Serve attenzione immediata alle parti sociali e urgono indirizzi e atti efficaci di governo nuovo. Ai giornali e ai media, anche in questa fase molto delicata, è chiesto di assicurare al Paese un’ informazione responsabile, autonoma, plurale e corretta quanto mai. Non è certamente mai il tempo, invece, per processi di identificazione proiettiva. E’ il tempo dei testimoni e dei portatori di idee prima che dei testimonial”.