Il sorriso si spegne, alla notizia della sparatoria davanti a Palazzo Chigi e dei due Carabinieri feriti. Ungiuramento gia’ di per se’ assai sobrio, adeguato ai tempi di crisi, si chiude senza nemmeno un brindisi. Mentre Enrico Letta giura sulla Costituzione al Quirinale, insieme ai suoi ministri, nella piazza su cui si affaccia la sede del governo si sfiora la tragedia e restano sul selciato tra feriti: due poliziotti e l’attentatore. Immediata la riunione tra i neo ministri, avvertiti direttamente dal Capo dello Stato di quanto accaduto, poi un Consiglio dei ministri lampo, dopo il passaggio di consegne tra Mario Monti, premier uscente, e Letta.
Il ministro dell’Interno e’ stato subito impegnato in una triste informativa ai suoi colleghi, ai quali raccomanda di rispettare rigorosamente le direttive del Viminale per la loro sicurezza. Il premier esprime la sua solidarieta’ ai feriti, alle loro famiglie e all’arma dei Carabinieri, poi ad alcuni ministri spega che bisogna tranquillizzare il Paese e Alfano scende in sala stampa per riferire che si tratta di un “gesto isolato” e che non ci sono particolari motivi di allarme. Poi di nuovo di corsa al lavoro.