Oggi è un giorno importante per la nostra Repubblica, è il ricordo della liberazione da una tirannia e l’avvio della nostra democrazia. Sono passati 68 anni, e non entrerò nel merito di considerazioni sullo status-quo politico. Non è il contesto giusto, ma mi limiterò a citare solo parti di competenza della presente webzine, aggiungendo qualche mia considerazione. Il collegamento ad altri fatti e alla situazione politica generale, lo lascio al lettore.
Ebbene, non è un mistero che il problema della gestione della sicurezza su internet, da parte delle istituzioni, è quanto meno lacunosa e mancante ormai da parecchi anni. Sto parlando di piani di sicurezza a livello nazionale. Apparentemente mette una toppa al problema la legge 133/2012 ed il decreto del governo sulla sicurezza informatica (qui l’articolo dell’Avv. Sarzana), del 24 gennaio 2012. In realtà si tratta di una pericolosissima “scorciatoia”, che dietro lo scudo di sicurezza dello Stato, viola pesantemente i diritti dei cittadini, consentendo ai servizi segreti, di accedere a tutte le banche dati, a propria discrezione. “L’art. 11 del decreto infatti obbliga gli operatori di telecomunicazioni e gli internet service provider, ma non solo, anche ad esempio a chi gestisce gli aeroporti, le dighe, i servizi energetici, i trasporti, a dare accesso ai servizi di sicurezza alle proprie banche dati, per finalità non meglio specificate “di sicurezza” (cti. Avv. Sarzana). E senza alcun controllo, da parte della Magistratura. Se si aggiunge che il decreto è stato approvato a fine legislatura ed a Camere sciolte, ovvero nell’assenza della plenipotenziarietà di organismi di controllo parlamentari (p.e. Copasir), arriviamo a livelli di urto nei confronti della democrazia e la libertà dei cittadini, ineguagliati nella storia della nostra Repubblica.
La solita scorciatoia degli acculturati su internet? Non credo, ma giudicate voi.
A questo aggiungiamo un’altra chicca.
Avevamo già parlato delle pressioni, nei confronti della “Commissione parlamentare d’inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della pirateria in campo commerciale” anch’essa a fine legislatura e Camere sciolte, ignorante del tutto del report a seguito analisi e ricerche di mercato da parte della Commissione Europea sul fenomeno della Pirateria digitale e dell’ opportunità, nel primo articolo, che alla luce delle nuove tecnologie e delle esigenze del sapere condiviso, il diritto d’autore andasse riveduto si, ma nella sua sede naturale, il Parlamento.
E invece l’AGCOM, annuncio di ieri, uscirà 24 maggio p.v., con un regolamento che indurisce addirittura i termini del regolamento della “gestione” Calabrò, precedente presidente dell’Autorità. Se si aggiunge che i provider saranno corresponsabili per il traffico dati, rischiando pene pecuniarie molto dure, che quindi da una parte costringeranno moltissimi di questi alla chiusura, ed altri a dotarsi di costose apparecchiature e upgrading strutturali (1), ci ritroveremo con quest’ultimi costretti a filtrare il traffico dati di noi tutti cittadini, per trovare violazioni al copyright, in barba ai diritti costituzionali e del Codice Privacy. Addio riservatezza assoluta di preferenze religiose, politiche, sessuali e dati medici!
Ci sono alcune domande a cui mi piacerebbe avere risposta:
- perchè non fare come negli altri paesi investendo in trasferimento tecnologico su uomini e mezzi, con opportuni controlli da parte degli organi inquirenti e parlamentari?
- perchè questa fretta di regolamentare il copyright se anche la Commissione Europea reputa il fenomeno pirateria digitale come di incentivo al mercato legale, senza aspettare il Parlamento che riscriva una legge degli anni 30?
- perchè si è disposti a sacrificare a mani basse i diritti dei cittadini, sull’altare di scelte frettolose, dettate da, nella migliore delle ipotesi, acculturamento sul tema o da pressioni di lobbing italiane ed internazionali che vogliono solo rendite di posizione e sono disposte a affermere il falso?
- E se tutte queste intercettazioni (perché è di questo che si tratta) venissero usate per scopi diversi?
Secondo voi è una buona festa della liberazione e della democrazia?
(1) Per l’intercettazione e la ricostruzione del traffico la tecnologia che si usa è Deep packet inspection (DPI), dove i pacchetti infinitesimali in cui viene spedito il nostro traffico da e per il nostro pc, che siano essi posta, immagini, etc., vengono recuperati e riassemblati, per capire la natura del traffico.
”Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero perché lì è nata la nostra costituzione.”
(Piero Calamandrei)
http://openwebzine.com/diritti-dati-liberta-ed-internet-oggi-25-aprile-2013-ce-da-festeggiare/