Tratto da WikipediA (enciclopedia alla portata di tutti “a gratis”, spesso rivelatasi molto più corretta di milioni d’altre a pagamento): “La Festadel lavoro o Festa dei lavoratori è una festività celebrata il 1° maggio di ogni anno in molte nazioni del mondo, che intende ricordare l’impegno del movimento sindacale ed i traguardi raggiunti in campo economico e sociale dai lavoratori”…
Per quanto concerne il ricordo ci potrebbe pure stare bene. Del resto l’annuale 25 aprile appena trascorso serve, quanto a ricordo, a mantenere vivi i valori del presente.
Gli è che il primo maggio (a differenza del 25 aprile) è data su cui s’è fondata la nostra Costituzione (ancora in vita, mica in ricordo!) fin dal 1° articolo, dal che il limitarci a “ricordare” non può essere cosa: ci tocca dimostrare i fatti per festeggiare il primo Maggio. I fatti sono: a)i morti e lesionati sul (per) lavoro proseguono esponenzialmente ad aumentare senza essere filati b)i vivi sul (per) lavoro (rimasto) arrancano precariamente su (per) lavoro retribuito con stipendi, per meglio dire mance, che nessuno si fila.
Dunque, già esclusi i festeggiamenti per “i ricordi” e per causa di “fatti brutali”, ci sta ancora qualcosa che si può “festeggiare” il 1° Maggio d’ogni anno? Io penso di sì: credo che stia tutta nella determinazione di quelli che fortemente (non forzatamente) vogliono credere ancora nel fatto che “fatti non foste a viver come bruti, ma per seguire virtude e conoscenza”.