Pochi giorni dopo la sua “riesumazione”, Mario Monti si è affrettato a fare un ultimo regalo ad ASL agonizzanti ed assicurazioni insolventi, emanando un decreto – nel quadro dell’art. 138 del codice delle assicurazioni (esteso illegittimamente agli errori medici) – il cui scopo è quello di ridurre drasticamente il valore dei risarcimenti per le vittime di errori medici e di incidenti stradali.
L’entrata in vigore del provvedimento, dimezzerà gli attuali importi risarcitori. A titolo d’esempio, un giovane padre di famiglia monoreddito, condannato a vita su una sedia a rotelle per un errato intervento chirurgico potrebbe ottenere, dopo alacri battaglie giudiziarie, un risarcimento risibile, tale da non poter garantire a se stesso ed ai propri familiari una vita decorosa.
Si tratta di un provvedimento oltraggioso per i cittadini, ed un favoloso cadeaux alle compagnie d’assicurazioni che, grazie alla drastica riduzione dei risarcimenti, realizzeranno profitti eccezionali, tenuto conto che il calcolo dei premi milionari incassati, è stato determinato sulla base dei risarcimenti medi pagati con applicazione delle tabelle predisposte dai Tribunali di Roma e Milano..
In sostanza, le compagnie, che hanno spremuto medici, ASL e Cliniche private ventilando la necessità di pagare risarcimenti ingenti,si troveranno a dover pagare – tardi e male – somme ben più modeste di quelle preventivate, ingrassando a dismisura le proprie tasche.
Come se non bastasse, il comma 6 dell’art. 1 dello schema di Dpr prevede l’applicazione retroattiva dei nuovi parametri anche ai giudizi in corso (a dispetto del principio “tempus regit actum”), giudizi intrapresi dai cittadini nella prospettiva di ottenere un risarcimento equo.
Una speranza costata tempo e denaro, cancellata con un golpe normativo, tra i peggiori mai registrati nella storia della repubblica italiana che non tiene in minimo conto, tra l’altro, le sorti delle migliaia di vittime di errori medici che, pur dotati di sentenza esecutiva, non riescono a farsi pagare dalle ASL, impignorabili da 5 anni per volontà legislativa.