35mila firme in poche ore della petizione a sostegno di Milena Gabanelli, di “Report” e contro le “querele temerarie”

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Oltre 35mila firme in poche ore. E’ lo straordinario risultato della petizione lanciata dalla piattaforma Change.org  a sostegno di Milena Gabanelli che ieri ha ricevuto la notifica di una querela milionaria (25 milioni di euro) promossa dall’Eni per un’inchiesta del dicembre 2012 curata dalla trasmissione Report di Rai3.

“La petizione che abbiamo lanciato – afferma Stefano Corradino, direttore di Articolo21 e promotore della petizione – è rivolta al Parlamento affinché legiferi al più presto sulla materia delle cosiddette “querele temerarie”, che rappresentano un vero e proprio tentativo di intimidazione e di pressione per scoraggiare le inchieste e disincentivare lo spirito critico che dovrebbe ispirare l’attività del cronista. Per questo al nuovo parlamento chiediamo di condannare il querelante, in caso di sconfitta in sede giudiziaria, al pagamento del medesimo importo richiesto: se cioè chiedi 25 milioni di euro alla Gabanelli di risarcimento e poi perdi la causa la risarcisci della stessa cifra”.

“Le querele temerarie – commenta Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo21 – ormai vengono abitualmente usate come strumento di pressione per scoraggiare le inchieste e disincentivare lo spirito critico che dovrebbe ispirare l’attività del cronista. Appare necessario porre mano alla riforma del codice, garantendo il più ampio diritto di rettifica e di replica a chiunque, ma anche prevedendo forme di tutela del diritto di cronaca e prevedendo adeguate penalità a carico dei querelanti per aver disturbato “il dovere di informare e il diritto ad essere informati”,valori protetti dall’articolo 21 della Costituzione”.

“Dopo le due campagne vittoriose lanciate da Stefano Corradino per chiedere il ritiro della denuncia contro Corrado Guzzanti per il suo Padre Pizzarro e la proiezione del documentario “Girlfriend in a coma” di Annalisa Piras e Bill Emmott censurato dal MAXXI, siamo fieri che ancora una volta la piattaforma Change.org venga utilizzata per lanciare campagne in difesa della libertà di espressione e informazione”, dichiara Salvatore Barbera, Direttore delle campagne di Change.org.

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